L’Occidente non ci salverà

0
21

Ma davvero il mondo deve dire grazie all’Occidente per tutto il bene che abbiamo fatto a noi e agli altri? È quanto sostiene Federico Rampini in un libro che esprime gratitudine all’Occidente sin dal titolo (Grazie Occidente, ed. Mondadori) e rivolge in positivo quel che aveva scritto in un suo precedente saggio dedicato al suicidio dell’Occidente.

Rampini è un osservatore attento e sagace, progressista ma scevro da molti pregiudizi radical. E la sua riabilitazione dell’Occidente e della sua egemonia mondiale, della colonizzazione e della globalizzazione di marca occidentale, sono una chiara, aperta polemica contro gli occidentali che si vergognano di esserlo e della storia dell’Occidente e della sua opera di civilizzazione nel mondo; un occidente che si autodenigra, si cancella e si vorrebbe correggere, intollerante con se stesso e sottomesso verso il resto del mondo.

Quali sono i meriti dell’Occidente? Li tutti sappiamo tutti anche se molti dimenticano o non vogliono ricordare. Così li riassume Rampini: “il mondo è popolato da miliardi di persone che devono la loro stessa esistenza a noi. La scienza occidentale, pensiamo alla nostra medicina e alla nostra agronomia, è stata copiata e applicata dal resto dell’umanità con benefici immensi. Se la longevità è aumentata, la mortalità infantile è crollata, il livello d’istruzione è cresciuto nel mondo intero, è perché l’Occidente ha esportato progresso.

Dove si combatte per migliorare i diritti umani – per esempio la condizione della donna – il paradigma da emulare siamo noi. Il nostro modello industriale ha sollevato dalla miseria grandi nazioni(…). Viviamo in un’epoca in cui pronunciare queste verità è scandaloso, è proibito. Il conformismo dominante impone una versione bugiarda della storia, in cui la «razza bianca», europea o nordamericana, ha seminato solo distruzione”.

Vero, innegabilmente vero, anche se la parola Occidente qui diventa intercambiabile con modernità.
Questa era, del resto, la tesi di Oriana Fallaci, o quantomeno dell’ultima Fallaci anti-islamica; prima ancora era il credo occidentale di una certa destra atlantica, colonialista, magari un po’ wasp, che da noi leggeva Il Giornale di Indro Montanelli e prima ancora Il Borghese di Mario Tedeschi, che si riconosceva nei repubblicani americani, in James Burnham di Suicidio dell’Occidente e in Barry Goldwater.

Marcello Veneziani