L’oceano troppo caldo “cuoce” la barriera corallina, sbiancamento “shock” in Australia

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Uno sbiancamento di massa che gli esperti definiscono “scioccante” sta uccidendo la barriera corallina australiana. L’allarme viene questa volta dalla costa occidentale dove sono stati registrati livelli allarmanti di ‘bleaching’.

Un’ondata di calore durata mesi ha “cotto” il famoso ‘reef’ di Ningaloo, ha spiegato a AFP la scienziata degli oceani, Kate Quigley. Grandi porzioni di corallo, un tempo variopinto, si presentano di un bianco spento e malato.

Il Ningaloo Reef fa parte di un parco marino classificato come patrimonio dell’umanità. È una barriera corallina distinta e meno estesa rispetto alla Grande Barriera Corallina australiana ma è famosa per la sua biodiversità e per la presenza degli squali balena che migrano attraversando queste acque.

Il ministero dell’Ambiente sta verificando l’entità dei danni ma per Quigley, che fa parte dell’associazione ambientalista Minderoo Foundation, si tratta del peggior evento di questo tipo nella regione dal 2011: “Quest’anno l’oceano caldo ha semplicemente cotto i coralli. Non sarebbe sbagliato aggiungere la parola ‘senza precedenti'”.

L’aumento delle temperature ha superato la “soglia di sbiancamento” a metà gennaio, secondo il monitoraggio della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) statunitense.

Il ‘bleaching’ si verifica quando le acque calde innescano una risposta biologica che costringe i coralli a espellere le alghe colorate incorporate nei loro tessuti.

I dati del governo australiano mostrano chiazze di sbiancamento dei coralli sulla punta settentrionale della più famosa Grande Barriera Corallina, sulla costa orientale.