Lombardia, formazione per addetti in agricoltura

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Bolis (Confai Bergamo e Lombardia): “Formazione come investimento che genera efficienza produttiva e ritorni economici nel medio termine”
“È comprovato che la formazione, se razionalmente pianificata, è sempre un investimento che genera efficienza produttiva e ritorni economici nel medio termine, svolgendo altresì una funzione globale di stimolo a favore della crescita economica e della coesione sociale dei territori”:  Leonardo Bolis, presidente di Confai Bergamo e Confai Lombardia, aderenti a CAI Agromec, ha commentato in questi termini la recente apertura di un nuovo bando da parte dell’assessorato all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste della Regione Lombardia nel quadro dell’intervento  SRH03 della Pac, dedicato alla”Formazione degli imprenditori agricoli, degli addetti alle imprese operanti nei settori agricoltura, zootecnia, industrie alimentari”.
Nelle intenzioni dell’amministrazione regionale il nuovo bando, caratterizzato da una dotazione di 600.000 euro, punta a rafforzare abilità tecniche nei comparti delle produzioni animali e vegetali e a consolidare nel contempo competenze legate al marketing e alla gestione dell’impresa agricola.
Come si legge nel sito istituzionale della Regione, i beneficiari del bando sono gli enti di formazione accreditati presso l’amministrazione regionale lombarda. I destinatari finali degli interventi sono “gli imprenditori agricoli, i lavoratori del comparto e tutti i soggetti, pubblici e privati, funzionali allo sviluppo delle aree rurali”.
“Come organizzazione del settore agricolo e agromeccanico guardiamo come sempre con molta attenzione ai percorsi formativi promossi a livello regionale – afferma il segretario provinciale di Confai Bergamo, Enzo Cattaneo – e riteniamo indispensabile che siano progressivamente rafforzati: ciò è fondamentale per consentire alle imprese lombarde di pianificare con efficacia le proprie strategie di crescita.
In quest’ottica, la formazione deve inserirsi in un disegno organico e di lungo respiro, capace di rispondere anche alla difficoltà, oggi molto diffusa, di reperire personale specializzato in grado di utilizzare al meglio le nuove tecnologie.
Occorre altresì che le istituzioni assumano un ruolo decisivo nella costruzione di programmi di medio e lungo periodo. Solo così sarà possibile sviluppare modelli di governance più avanzati per il settore primario e diffondere una solida cultura manageriale”.