Lucciole, luminose fate di giugno dalla vita brevissima ma intensa

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Pochi spettacoli della natura sono magici come il bagliore delle lucciole. Uno show di luci in scena nelle notti della prima estate. Se ne vedono sempre meno, decimate dalla perdita di habitat, dall’inquinamento luminoso e dai pesticidi, ma possiamo ancora aiutarle a riprendersi la notte e ad ammirarle. Dove a Roma e nel Lazio

Prima che gli umani inventassero il fuoco, le uniche cose che illuminavano la notte erano la luna, le stelle e le creature bioluminescenti, ivi comprese le lucciole. Questi ambasciatori della meraviglia naturale sono coleotteri dal corpo morbido che emettono una “luce fredda” attraverso una reazione biochimica che avviene nel loro addome. Le lucciole assimilano ossigeno e, all’interno di apposite cellule, lo uniscono ad una sostanza chiamata luciferina, ciò genera una reazione chimica in grado di produrre luce quasi senza calore. Può sembrare incredibile ma la luce prodotta dalle lucciole è forse la più efficiente che esista. Una lampada ad incandescenza, ad esempio, converte in luce circa il 10% dell’energia, il restante 90% viene disperso sotto forma di calore.

Una lucciola è invece in grado di impiegare quasi il 100% dell’energia generata dalla reazione chimica per produrre luce. Le lucciole si scambiano segnali di corteggiamento bioluminescenti precursori dell’accoppiamento. In tal modo, inscenano uno spettacolo di luci che ispirano gioia e delizia alle persone di tutto il mondo. Sfortunatamente, l’attività umana minaccia di spegnere queste silenziose scintille.

Le lucciole si sono evolute circa 100 milioni di anni fa. Esistono più di 2.200 specie che si trovano in tutti i continenti tranne in Antartide. In Nord America esistono quasi 150 specie diverse di lucciole lampeggianti che illuminano le nostre notti estive. In Italia ci sono 21 specie di lucciole.
Sono animali notturni che amano posti umidi. Di giorno si nascondono sotto le foglie, pietre o altri posti bui e freschi. In inverno si riparano in luoghi asciutti e al buio e vanno in stato d’ibernazione, per poi risvegliarsi in primavera.

La maggior parte delle specie ha una stagione degli amori che dura da due a quattro settimane. Il codice d’amore delle lucciole: ogni sera, maschi e femmine si cimentano in una danza di corteggiamento. I maschi volano in giro, producendo una sequenza di lampi diversa a seconda della specie. Le femmine, attendono a terra, rispondendo discretamente anch’esse con dei lampi o con luce fissa, quando sono interessate all’accopiamento. Ogni specie ha un suo “codice” di luminosità e intermittenza.

Da noi le lucciole si accoppiano prevalentemente tra giugno e luglio, ma anche fino ad agosto, a seconda di specie e zona. Le lucciole usano la bioluminescenza pure per farsi riconoscere dai predatori quando sono ancora larve. È l’equivalente dei colori sgargianti di altri insetti: segnala il loro sapore disgustoso. In autunno si può ancora notare nei boschi la loro debole luce.

Vita breve ma intensa. Le lucciole dunque emettono luce (e sono quindi visibili al buio) durante l’accoppiamento, che avviene quando smettono di essere larve, alla fine dell’inverno. I momenti migliori per vederle sono le sere di giugno e di luglio, appena cala il buio, tra le 22 e mezzanotte. E muoiono presto: passano la maggior parte della loro vita nello stadio di larve. Infatti, questi coleotteri impiegano almeno due anni prima di raggiungere la vita adulta che dura pochissimo, neanche due settimane per il maschio ed è ancora più breve per le femmine, che muoiono dopo aver deposto le uova.

Chi ama questi insetti luminosi sa che purtroppo se ne vedono sempre meno esemplari. Come molti altri insetti preziosi negli ultimi decenni le lucciole sono scomparse da molti luoghi dove un tempo erano numerose, perché minacciate dalla perdita di habitat e dall’uso di pesticidi. Sono inoltre particolarmente vulnerabili agli effetti nocivi dell’inquinamento luminoso.

Infatti, la lucciola, come tantissime altre specie animali, è un animale in via di estinzione. A confermarlo è uno studio della Tufts University (USA) svolto in collaborazione con l’International Union for the Conservation of Nature che ha individuato, tre cause fondamentali:

1. Inquinamento ambientale e delle acque: infatti, la lucciola ama vivere in zone umide e paludose e l’inquinamento ambientale sta distruggendo ogni habitat di questo tipo;

2. Utilizzo di pesticidi e sostanze nocive: l’utilizzo crescente di sostanze chimiche e pesticidi annienta le larve di lucciole e anche le chiocciole e le lumache, unica fonte di sostentamento degli insetti luminosi;

3. Inquinamento atmosferico e aumento della luminosità artificiale: città, centri abitati e campagna producono sempre più luce andando a modificare l’inquinamento luminoso generale.

Le lucciole comunicano grazie ai segnali luminosi e per emetterli hanno bisogno di ambienti bui: attualmente fanno sempre più fatica a trovarsi e riprodursi.

Ancora una volta, come nella maggior parte dei casi, la perdita di biodiversità è riconducibile ad azioni antropiche sconsiderate e non curanti di ciò che ci circonda.

Alcuni accorgimenti per ovviare a questo anche a livello individuale? Come consiglia l’associazione Firefly Conservation & Research del Texas si può seguire qualche piccolo consiglio a livello locale per rendere il proprio giardino un ambiente favorevole per le lucciole: lasciare qualche potatura di tronco a decomporsi naturalmente che potrebbe ospitarle; attrarle con una piccola fonte di acqua come uno stagno in giardino; non usare pesticidi o prodotti chimici, ma fertilizzanti naturali; non falciare eccessivamente il prato; piantare alberi autoctoni e piante attiranti come il gelsomino, il tarassaco, la lavanda, le margherite e le campanule.

E infine come aiutare le lucciole a riprendersi la notte. Perché Le lucciole hanno bisogno di notti buie per i loro spettacoli estivi, dunque più illuminiamo la notte, meno spazio lasciamo alla danza lampeggiante della lucciola.

La ricerca attuale supporta alcune semplici linee guida per l’illuminazione compatibili con le lucciole che possono aiutare a proteggere sia le lucciole che altri animali che hanno bisogno del buio.
Innanzitutto, rimuovere la luce non necessaria. Le luci lasciate accese nel cuore della notte, soprattutto in habitat naturali come cortili, parchi e riserve naturali, troppo spesso non vengono utilizzate da nessuno. Sarebbe bene quindi installare rilevatori di movimento, timer e schermature per garantire che la luce vada solo dove le persone ne hanno veramente bisogno e quando ne hanno bisogno. Questi dispositivi si ripagano a lungo termine.

In secondo luogo, mantenere la luce necessaria il più fioca possibile. I moderni LED tendono ad essere molto più luminosi di quanto dovrebbero essere a causa della sicurezza pubblica. Per oscurare facilmente un LED, lo si può coprire con alcuni fogli di carta o strati di nastro adesivo. Per i tipi di illuminazione più vecchi, che possono surriscaldarsi se coperti, si può utilizzare cellophane resistente al calore o filtri in gel acrilico.

Infine, più la luce è rossa, meglio è. Al momento di acquistare nuove luci da esterno, è bene optare per LED rossi monocromatici. Alcuni produttori di illuminazione hanno iniziato a pubblicizzare i LED color ambra come “adatti agli insetti”, dimenticando le lucciole. É vero che la luce arancione non attira così tanti insetti quanto la luce bianca, ma la luce rossa ne attrae ancora meno.
Dunque, come con qualsiasi inquinante ambientale dannoso, limitare la quantità di luce artificiale che creiamo sarà sempre più efficace che cercare di ridurne l’impatto ambientale.

Le lucciole ci danno così tanto e non pretendono niente in cambio, solo un po’ di notte buia per sopravvivere e comunicare tra di loro.

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