Viktor Orban si presenta alle elezioni politiche
convinto d’intascare il quarto mandato consecutivo come primo ministro dell’Ungheria. Ma la rielezione avviene in un momento in cui Budapest appare più isolata che mai nel contesto europeo: il premier magiaro paga cara la sua vicinanza al presidente russo Vladimir Putin, che gli sta costando l’alienazione rispetto a quel blocco conservatore centro-est europeo al quale aveva puntato, soprattutto grazie all’asse con Varsavia. gli elettori ungheresi si recano alle urne per eleggere 199 parlamentari che andranno a sedere nello splendido Parlamento neogotico di Budapest per un mandato che dura quattro anni. Di questi, 106 verranno scelti con il voto uninominale secco di collegio. I restanti 93, invece, sulla base del sistema proporziale da una circoscrizione unica nazionale.
Orban, capo della formazione conservatrice Fidesz è al potere da 12 anni in Ungheria e, grazie a una profonda revisione costituzionale, è riuscito a mettere in riga le istituzioni indipendenti e la stampa magiara in modalità che hanno suscitato perplessità e talvolta sdegno nelle cancellerie europee. Le posizioni del primo ministro ungherese su temi come i diritti civili, poi, hanno ancor più alienato il premier ungherese dal centro dell’Europa.



