Lupi: “Questo centro è come l’Araba Fenice”

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Questo centro ormai è come l’ Araba Fenice. Non potrà mai nascere da una formula a tavolino, senza una proposta politica“. A gelare i sogni di gloria dei centristi, centrini, aspiranti aghi della bilancia, da Renzi a Calenda, fino ad altri cespiglietti è Maurizio Lupi.

Il leader di Noi con l’Italia, giovedì era sul palco di Verona con Meloni e  Salvini. L’unico centrista della serata. Per questo le sue parole sono un segnale importante. Un altolà a chi parla di centro ma poi fa della frammentazione e della perenne querelle con i possibili alleati uno stile di vita politico. Così non può nascere nulla al centro che possa portare alle elezioni.Lo ammette senza mezzi termini Maurizio Lupi.

«Stiamo ancora pagando le rotture su governo e elezione di Mattarella, ma è chiaro che se la mia coalizione non ritrova il valore politico, non numerico, dello stare insieme, rischia di sfaldarsi». Lono le parole consegnate a Paola Di Caro sul Corriere della Sera. Va giù pesante.

Non si può costruire «un partito di centro fatto da tanti piccoli colonnelli e senza un collante reale». Per cui il suo obiettivo, alla luce delle distribe inconcludenti tra Calenda, Renzi e i moderati di Pd e M5S è uno solo. Rilanciare nel centrodestra “un baricentro moderato” con “proposte, ideali, programmi all’altezza di un Paese profondamente cambiato dopo 3 anni di emergenze: serve la forza di un progetto, non la corsa interna a chi arriva primo”.