Ma mi faccia il piacere

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travaglio
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L’amuleto. “Berlusconi se ne frega del virus e lavora anche con febbre e dolori. Il leader azzurro dà l’esempio, rimboccandosi le maniche si batte il Corona: farò campagna elettorale. Silvio rassicura tutti: ora sto meglio” (Renato Farina, poche ore prima del ricovero di Berlusconi al San Raffaele per polmonite bilaterale, Libero, 4.9). E niente, l’agente Betulla è proprio il suo portafortuna.

Fratelli d’Itaglia. “(Travaglio a Conte) sulla Russia farà domande dure e spietate! Qual’è la sua marca preferita di vodka? Cosa pensa del caviale russo? Perché Gazprom non fa pubblicità su qualche quotidiano italiano?” (Guido Crosetto, FdI, Twitter, 5.9). Ma soprattutto: perché Crosetto non chiede notizie della Russia ai suoi compari Berlusconi e Salvini, ottimi amici di Putin, e notizie di come si scrive “qual è” a qualcuno che conosca la lingua italiana?

Sardine che scrivono. “…In ultimo i toni, direttore: basta con questo paternalismo spicciolo, figlio di una presunta superiorità di cui, francamente, non se ne ravvede la necessità e l’urgenza…” (lettera aperta delle Sardine ad Antonio Padellaro, reo di averle criticate sul Fatto, 4.9). Di cui non se ne ravvede (che poi sarebbe ravvisa)?! Va bene cambiare la politica, ma lasciateci almeno la lingua italiana. Grazie.

Prendete nota/1. “Io voto No. Il taglio è un favore ai padroni dei partiti” (Giuseppe Guzzetti, ex senatore D, ex presidente della Regione Lombardia, ex presidente della Fondazione Cariplo, Repubblica, 6.9). Parola del padrone delle banche.

Prendete nota/2. “‘Il taglio è un attacco alla democrazia, altro che maggiore efficienza’. Il Parlamento è come la salute, si apprezza quando non c’è… Di qui il mio No” (Paolo Cirino Pomicino, due volte condannato per Tangentopoli, Il Riformista, 2.9). La nostalgia è una cosa tenera: la prima tangente non si scorda mai.Prendete nota/3. “La svolta di Berlusconi: ‘Referendum demagogico. Riduce la libertà e la democrazia’” (il Giornale, 31.8). Grazie, Silvio, di aver dissipato i nostri ultimi dubbi.

L’Apocalisse. “Prevedo l’autunno più infernale di sempre. Il governo scricchiola. Pd e M5S danno l’idea di fare cose da pazzi. La nostra democrazia è dentro uno stagno. Sento aria di elezioni” (Paolo Mieli, La Verità, 2.9). E le cavallette niente?

L’intrepido. “Il coraggio di dire No” (l’Espresso, copertina, 6.9). In effetti ci vuole un bel coraggio a sostenere una tesi così scomoda e censurata dall’intera stampa nazionale, a parte l’Espresso, la Repubblica, La Stampa, il Secolo XIX, il Giornale, Libero, Il Messaggero, il Mattino, il Gazzettino, il Giorno, la Nazione, il Resto del Carlino, il manifesto, il Riformista, il Dubbio e pochi altri.

Qualificazioni. “Io dico: riduciamoli i parlamentari! Se ne parla da anni. Ma cerchiamo di metterci persone qualificate” (Iva Zanicchi, ex eurodeputata di FI, Repubblica, 31.8). Lei, per dire, era talmente qualificata che l’abbiamo esportata in Europa.

La differenza. “Taglio dei parlamentari. Tutto il potere così finisce in mano ai capi e ai padroni” (Aldo Tortorella, ex Pci, Il Riformista, 1.9). Ora invece, com’è noto, decidono tutto i cittadini.

Poveri Draghetti. “Conte, la risposta sbagliata. La rivalità con Draghi… vista la sua battuta maliziosa e gratuita sulla stanchezza del presunto rivale… Una risposta non proprio nel merito e non molto elegante, tradisce un certo nervosismo” (Stefano Cappellini, Repubblica, 6.9). “Quei giorni della proposta all’ex governatore buttata un po’ a caso… l’idea di un premier dal peso non rilevante…” (Francesco Verderami, Corriere della sera, 6.9). Povere stelline, si sono offese tutt’e due per conto Draghi: e adesso come facciamo?

Lacrime. “Ma quanto ho pagato quelle lacrime!” (Elsa Fornero, ex ministro del Lavoro del governo Monti, Sette-Corriere della sera, 4.9). Pensa noi.Numeri civici. “I manifesti di Salvini per Roma. Centrodestra, caccia al civico” (Repubblica-cronaca di Roma, 2.9). Ricomincia a citofonare?

Giovanno d’Arco. “Sgonfiate tutte le accuse alla Lombardia” (Attilio Fontana, Lega, presidente Regione Lombardia, Libero, 31.8). Pover’uomo, ora sente le voci e ha pure le visioni.

Degno erede. “Ho dato la mia disponibilità per correre da sindaco a Varese se non si troverà qualcuno di giovane e capace” (Roberto Maroni, Lega, ex ministro, ex presidente Regione Lombardia, Corriere della sera, 2.9). Dopo Fontana, a Varese non si butta più via niente.

Il titolo della settimana. “La condanna di Raggi. A ottobre parte il processo d’Appello che può cambiare la corsa elettorale a Roma”, “Raggi condannata, Pd e Ms sognano la soluzione giudiziaria per le comunali” (il Foglio, 2.9). Il processo parte a ottobre, ma il Foglio ha già la sentenza. Miracoli dal garantismo.                                                                                                                                                    (di Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano)