Macron striglia i suoi: “Attal in carica fino a martedi”. All’orizzonte una maggioranza eterogenea

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Socialisti e “insoumis” di Jean-Luc Mélenchon sono ancora troppo distanti e il candidato premier del nuovo fronte popolare – promesso per ieri – ancora non c’è. Troppi i blocchi e i veti incrociati, con i socialisti consci che un candidato targato la france insoumise (lfi) non passerebbe lo sbarramento della fiducia in Assemblea Nazionale.

Una delle poche novità è stata la creazione da parte dei dissidenti usciti nelle ultime settimane da la france insoumise di un nuovo movimento, denominato “l’après” (il dopo), “associazione per la repubblica ecologica e sociale”. Ci sono gli ex colonnelli di Mélenchon, Clémentine Autain, Raquel Garrido, Alexis Corbiére, Daniel Simonnet, Hendrik Davi e Olivier Malaude. Manca François Ruffin, che sembra volersi tenere smarcato la sua eventuale candidatura a premier, più volte avanzata.

Sembra quasi che ci si prepari, all’interno del Fronte popolare, ad una scelta che è quella di arginare all’opposizione i comunisti di Mélenchon per arrivare ad una alleanza con Ensemble e con i Republicains che hanno scelto di non collocarsi con la destra lepeniana come Eric Ciotti. Alla fine sarebbe una sorta di applicazione della maggioranza Ursula (inventata da Macron) in salsa francese. Socialisti, liberali, repubblicani (che in Europa siedono nel gruppo del Ppe) e forse verdi e la nuova formazione di ex comunisti ecologisti.