I capi di Stato di Belgrado e Parigi, più vicini che mai, hanno firmato una serie di accordi memorandum su energia nucleare, materie prime critiche e acquisizione di una flotta di caccia Rafale da parte del Governo di Aleksandr Vucic
Il Presidente francese Emmanuel Macron, dimenticando per qualche giorno i problemi all’ombra della Torre Eiffel connessi alla difficoltosa partita per la formazione del nuovo Governo progressista d’oltralpe, è volato in terra serba per una visita di due giorni ieri e oggi, incontrando il proprio omologo balcanico Aleksandr Vucic sotto il cui patrocinio sono stati siglati accordi congiunti fra ministeri e fra aziende strategiche delle due Nazioni.
Una visita, quella del Capo dell’Eliseo, che assume più di un significato, da un lato confermando la volontà della “Grandeur” di accelerare il processo di integrazione dei Balcani occidentali con la UE, dall’altro ipotizzando il tentativo della diplomazia parigina di favorire uno smarcamento di Belgrado dall’influenza russa qui ancora molto forte per motivi storici, religiosi e di solidarietà moscovita a fianco delle autorità serbe contro le rivendicazioni del Kosovo.
In una successiva conferenza stampa, l’onorevole Vucic ha sottolineato il carattere approfondito delle discussioni, che hanno riguardato le relazioni binazionali, il processo di adesione della Serbia alle Istituzioni comunitarie di Bruxelles e questioni più ampie a livello macro regionale, europeo e globale.
Non è un mistero che, di fronte ad alcune iniziative unilaterali del Governo populista kosovaro di Albin Kurti, Macron non abbia esitato a schierarsi dalla parte della Serbia per una cessazione delle tensioni e il rispetto delle minoranze slave resistenti nel piccolo Stato albanofono al confine Sud.
“Gli accordi che abbiamo firmato oggi toccano ogni aspetto della nostra vita sociale ed economica”, ha commentato Vucic, sottolineando l’importanza dell’acquisto, da parte della Repubblica di Serbia, di 12 jet da combattimento Rafale di produzione francese.
Macron, da parte propria, ha affermato che le intese sottoscritte riflettono il sostegno della Francia all’avvicinamento comunitario ulteriore della Serbia attraverso legami rafforzati: “Dobbiamo riformare l’Unione Europea ed espanderla con gli strumenti del dialogo e della diplomazia economica”.
Oltre alle lettere d’intenti sull’energia nucleare per utilizzi civili e sulle materie prime critiche, di cui il territorio serbo è uno dei grandi giacimenti del vecchio continente, e all’accordo di acquisto dei caccia transalpini per un valore contrattuale di 2,7 miliardi di euro, i due Paesi hanno perfezionato memorandum congiunti su protezione ambientale, assistenza sanitaria, industria agricola e alimentare, transizione digitale, turismo e reti infrastrutturali.
“Molti criticano Belgrado per la partnership con Russia e Cina, mentre da adesso ne ha una con la Francia – ha concluso il titolare dell’Eliseo – Le garanzie ora esistono e ho fiducia che ciò che abbiamo definito insieme sarà lo stesso e questo è un grande cambiamento. Contribuisce alla pace in Europa”.
Rimane il rammarico per l’Italia, che nonostante l’attivismo del Ministro della Difesa Guido Crosetto ha forse perduto una significativa occasione di conseguire una committenza industriale non marginale e di poter incidere nei dialoghi di pace nella regione.



