Maggioranza, scontro PD-Italia Viva sulla prescrizione

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Zingaretti a Renzi: “Scelga da che parte stare”. L’ex premier: “Noi siamo garantisti”
“Se a volte si dice che si attacca il Matteo sbagliato, qualcuno è ossessionato e ha attaccato questa mattina il partito sbagliato”. E ancora: “In molti casi il dibattito è confuso e strumentale, sappiamo che c’è tanto da migliorare, ma resto assai perplesso quando sento giudizi sul Pd come se fosse un vecchio arnese. Da altri mi aspetterei più misura e rispetto, specie da chi si dice avversario di Salvini e ogni giorno si mette in cattedra per dirci come essere più riformisti””. La conclusione è netta: “Renzi decida, o di qua o di là”. Di qua c’è il Partito Democratico, “unico pilastro contro l’onda delle destre in Italia”. Di là c’è Salvini. Tertium non datur, anche perché lo scenario italiano è ormai avviato, per Zingaretti, a un solido bipolarismo centrodestra-centrosinistra. Il sospetto di molti, nel Partito Democratico e non solo, è che Renzi stia giocando una partita per tentare un avvicendamento nel governo, una nuova manovra di palazzo simile a quella che portò all’isolamento di Salvini e alla fine del Conte I. Secondo questi sospetti, il senatore di Italia Viva starebbe bersagliando il governo per ridurlo alla paralisi. Una volta portato il governo nel pantano, poi, chiederebbe un nuovo assetto dell’esecutivo o la verifica di una nuova maggioranza in Parlamento. Di qui l’altolà di Zingaretti: “Nessuno pensi di allungare la legislatura con soluzioni improvvisate”. In altre parole, se cade il governo, finisce anche la legislatura. Renzi, da parte sua, rimpalla ogni accusa. Fare cadere il governo? “Assolutamente no: no, no, no”, dice Renzi. E anche le indiscrezioni che parlano di un “appoggio esterno” al governo sono, per il leader di Italia Viva, prive di fondamento: significherebbe “far dimettere i nostri ministri, che poi sono tre. Noi non vogliamo lasciare. Poi se il presidente del Consiglio vuole che lasciamo, ci mettiamo un quarto d’ora”.