Dopo mesi di assenza di precipitazioni in un solo giorno si sono verificati ben 13 eventi estremi nel centro nord Italia tra grandinate, bombe d’ acqua e tempeste di vento che hanno colpito a macchia di leopardo le regioni provocando gravissimi danni nei centri urbani ed in campagna.
E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base dei dati dell’European Severe Weather Database (Eswd) in riferimento all’ultima ondata di maltempo che ha diviso l’Italia in due, senza peraltro contribuire a sconfiggere la situazione di emergenza idrica in agricoltura.
Il livello del fiume Po è salito di solo mezzo metro in un giorno a Pontelagoscuro dove ha fatto segnare il livello idrometrico di -6,32 metri mentre restano su livelli da minimo storico anche i grandi laghi con il grado di riempimento del Maggiore che è pari al 24% mentre quello di Como appena il 5% secondo l’ultimo monitoraggio della Coldiretti la mattina del 20 agosto.
La caduta della grandine nelle campagne – sottolinea la Coldiretti – è la più dannosa in questa fase stagionale per le perdite irreversibili che provoca alle coltivazioni nei campi proprio alla vigilia della raccolta, mandando in fumo un intero anno di lavoro. Un evento climatico avverso che – precisa la Coldiretti – si ripete sempre con maggiore frequenza ma a cambiare è anche la dimensione dei chicchi che risulta essere aumentata considerevolmente negli ultimi anni con la caduta di veri e propri blocchi di ghiaccio anche più grandi di una palla da tennis.
Nelle zone interessate dal maltempo sono in corso le verifiche da parte della Coldiretti che segnala peraltro l’aggravarsi del bilancio dei danni di oltre 6 miliardi provocato dalla la siccità che ha un impatto devastante sulle produzioni nazionali che fanno fatto stimare un calo del 10% della produzione agricola nazionale secondo la Coldiretti.
In Piemonte tra l’altro, – sottolinea la Coldiretti – grandine e vento si sono abbattuti nella zona di Baraggia (Biella), Bellinzago e Caltignaga in provincia di Novara con danni sul riso mentre in Emilia nel Modenese il forte vento ha fatto cadere a terra una parte consistente delle pere abate con perdite fino al 50% in alcune aziende e diversi capannoni scoperchiati e nel Ferrarese è iniziata la conta dei danni a pere, mais ed alcuni edifici, mentre la furia del nubifragio ha distrutto serre e coltivazioni di angurie e sfondato tetti. Campi allagati e danni anche nel ravennate.



