Muore Judith Pombo – presidente del Club di tennis Bahìa di Santander – ritrovata, dopo lo sfondamento della porta in seguito al suo grido di spavento, in una cabina chiusa dall’interno (senza altre vie di fuga! …come nei classici del giallo) di una goletta, la Giralda, ancorata nel porto locale, senza che si trovi l’arma del delitto (qualcosa di simile ad uno stiletto); muore improvvisamente l’anziana sua madre a centinaia di chilometri di distanza; muore infine avvelenata con una dose di cianuro nel suo caffè della macchinetta la segretaria di Judith, Margarita, nel bel mezzo di un cocktail
Per capire cosa è successo viene incaricata la tenente della Guardia Civil Valentina Redondo con la sua squadra, lei appena reduce – senza avere ancora superato lo shock – di una tragedia che l’ha coinvolta: ha perso il bambino in gestazione rischiando la vita in una precedente operazione di polizia, interrompendo poi bruscamente il rapporto affettivo col padre del bambino, Oliver Gordon.
Alle sue personali difficoltà emotive si aggiunge così il caos dei problemi che le si pongono con queste morti, problemi che non sono semplici: perché è stata uccisa Judith?, la sua morte, quella di sua madre e quella di Margarita sono collegate o hanno cause diverse? Ma, soprattutto, chi, tra i tanti che la odiavano, è l’assassino di Judith e come ha fatto? (solo da pag. 385 iniziano le risposte…).
Oruňa è un’ottima giallista e sa intrecciare bene il carattere della decina di personaggi della vicenda, coinvolti con avvenimenti che nulla fanno intendere sui fatti reali.
Una festa sulla lussuosa goletta nasconde odi e rancori – tipici dell’animo umano –, sete di denaro e scommesse clandestine, tradimenti e ricatti su cui occorre far chiarezza “…ed anche in fretta… se vogliamo evitare grossi guai ”, grida continuamente il capitano Marcos Caruso!
Non solo le perenni debolezze e forze umane, ma anche i grandi temi sociali: repubblica e monarchia, femminismo, vivere con gli handicap, ecologia, classismo e amministrazione del potere… vengono trattati e dosati con maestria ed umorismo in questo romanzo, pur a tratti prolisso, che si legge bene, ponendo al lettore interrogativi più che soluzioni, in una suspense che aleggia ed incombe in ogni capitolo.
Anche la storia, quella vera e poco conosciuta di un noto personaggio (…è una donna: leggete il libro per sapere chi è!), fa la sua parte e permette la soluzione e la risposta per una di quelle morti.
Scrive alla fine l’autrice “…questo romanzo ha voluto omaggiare tutti quei libri che, specialmente nei primi anni del ventesimo secolo, narravano ingegnosi casi di delitti “della camera chiusa”… come ”Il mistero della camera gialla” di Gaston Leroux… il lettore credo che apprezzerà , in un delitto che sembra impossibile, le documentate spiegazioni fornite dalla storia… ”.
Maria Oruňa, laureata in legge, dopo aver esercitato per 10 anni da avvocato, nel 2013 pubblica il suo primo romanzo e dal 2015 decide di dedicarsi solo alla scrittura.
Dei vari suoi successi internazionali, tra cui Puerto escondido, questo è il primo tradotto in italiano.
Franco Cortese Notizie in un click




