MATTARELLA: “CONTRO IL RINCARO DEL GAS PIÙ SOLIDARIETÀ A BRUXELLES E CON I BALCANI”

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Il nostro Presidente della Repubblica, grazie alle proprie recenti visite ufficiali svolte a Tirana e a Skopje, le capitali di Albania e Macedonia del Nord ammesse dallo scorso luglio ai negoziati di adesione alla UE, ha conferito una rinnovata centralità, per molti aspetti inedita e quindi ancora più importante per la prospettiva economica italiana nella regione d’oltre Adriatico, alle relazioni che sarà necessario sviluppare con i Balcani occidentali da parte del futuro titolare di palazzo Chigi e successore del dimissionario Mario Draghi

Non è affatto una coincidenza che proprio da Tirana prima e da Skopje poi, il Presidente Mattarella abbia messo in primissimo piano il capitolo delle condivisioni che potranno, e dovrebbero, essere realizzate a partire dall’energia, dai piani più immediati di calmierazione dei prezzi al dettaglio fino all’attuazione degli investimenti impiantistici e infrastrutturali necessari a diversificare le fonti produttive e di approvvigionamento fra tradizionali e rinnovabili, e a favorire la progressiva indipendenza di area vasta dal gas russo.

Un obiettivo, quello dello smarcamento dalla federazione russa dal punto di vista degli idrocarburi, che Sergio Mattarella ha voluto sottolineare nel proprio duplice tour nella capitale albanese prima e macedone poi, nel corso dei colloqui e delle conferenze stampa svolte sia con i propri omologhi e colleghi capi di Stato, Bajram Begaj e Stevo Pendarovski, sia con i rispettivi capi di Governo, Edi Rama e Dimitri Kovacevski, e Parlamento, Lindita Nikolla e Talant Xhaferri.

Questo per due ordini di ragioni: in primo luogo, perché una sempre più efficace politica europea, in qualsiasi settore e ancor più in quello centrale della produzione e distribuzione di energia elettrica e termica a prezzi accessibili, non può prescindere dal completamento dell’Unione tramite l’estensione compiuta della stessa all’intero perimetro dei Balcani occidentali; in secondo luogo, perché l’attivazione, con effetto immediato, di meccanismi di solidarietà e mutualità, centralizzati a Bruxelles, per soluzioni di acquisto condiviso di gas naturale e liquefatto e di idrocarburi, non può prescindere dall’attivo coinvolgimento, fin da ora, di Paesi come Albania e Macedonia del Nord. Basti ricordare che il corridoio del gasdotto Tap, alternativo a quello russo, porta il gas naturale dall’Azerbajan all’Italia grazie alle conduzioni che attraversano il territorio del Paese delle Aquile prima di immergersi nell’Adriatico e di culminare a Melendugno in Puglia.

La solidarietà di area vasta della UE, ha concluso Mattarella, è l’unico sistema in grado, assieme al sostegno all’Ucraina e alla pressione resa possibile dal complesso delle sanzioni finanziarie e commerciali a oggi adottate, in grado di contrastare la sciagurata azione belligerante e invasiva della federazione russa, e di stroncare la tendenza all’uso del gas come strumento di ricatto all’occidente democratico e come arma di speculazione politica e finanziaria a danno di famiglie e imprese.

Se Bruxelles – ha ancora ricordato il nostro capo dello Stato da Skopje – avesse recepito fin dalla scorsa primavera la proposta dell’Italia e del governo Draghi di imporre un tetto al prezzo di importazione e acquisto del gas, molto probabilmente l’ondata speculativa contro i consumatori e gli utilizzatori finali sarebbe stata ridimensionata e minimizzata e non avrebbe raggiunto gli attuali anomali e insostenibili livelli.

Dir politico Alessandro ZORGNIOTTI