Nei colloqui degli scorsi giorni tra il ministro Raffaele Fitto, titolare delle deleghe su Europa, Pnrr e Mezzogiorno, e la commissaria UE e vicepresidente della Commissione di Bruxelles, Margaret Vestager, si è parlato della necessità e opportunità di prevedere una Zes comune e unificante per tutte le Regioni del Sud, nella quale ricomprendere otto territori regionali e stabilire regole omogenee e uniformi per ridurre le fasi e i tempi dei procedimenti amministrativi e autorizzativi nonché per stabilizzare alcuni strategici incentivi a partire dai bonus per le assunzioni durature e per la occupabilità di giovani e donne
Si tratta di una proposta che – in uno con la riscrittura di una decina di punti e obiettivi del piano di ripresa e resilienza per salvaguardarne la fattibilità e non perdere le rate in predicato di assegnazione al nostro Paese – prende atto della grande questione burocratica e normativa alla base dell’accumulo di polemici ritardi da più parti evidenziati da quando è insediato l’attuale Governo Meloni.
Una proposta in ogni caso non inedita, quella formulata dal ministro Fitto all’esponente dell’esecutivo europeo con delega alla concorrenza e agli aiuti di Stato, poiché la stessa trae a propria volta origine e spunto da un’idea che, sempre quest’anno nel mese di aprile, venne lanciata dal Presidente di ABI, associazione bancaria italiana, e del gruppo Cassa di Ravenna, Antonio Patuelli.
Il quale, segnalando fin da subito i rischi di ritardi procedurali lungo il cammino di messa a terra dei vari capitoli del recovery plan, indicò come possibile soluzione quella di designare l’intero territorio nazionale con il rango giuridico di un’unica Zes di area vastissima, così da legittimare con effetto immediato quelle semplificazioni amministrative indispensabili per ripristinare la puntualità delle fasi di affidamento ed esecuzione dei progetti connaturati a ciascun obiettivo del piano. Fu lo stesso Presidente Patuelli, nell’occasione del convegno economico che si svolse appunto nella primavera passata e da cui partì la proposta originaria, a evidenziare come quest’ultima – configurandosi non come aiuto di Stato bensì come elemento di velocizzazione delle capacità operative della macchina pubblica del nostro Paese – avrebbe potuto incontrare il favore e il consenso delle istituzioni comunitarie di Bruxelles.
Difatti, tornando ai giorni appena passati, la commissaria Vestager ha manifestato approvazione per l’idea di una Zes estesa, nella fase iniziale, al complessivo perimetro delle otto regioni meridionali del Belpaese, da unificare sul piano del riordino di incentivi e procedimenti secondo criteri di trasparenza, linearità ed economicità degli stessi, e da concretizzare con il primo passo della creazione di uno sportello unico digitale per imprese e pubbliche amministrazioni.
La vicepresidente della Commissione von der Leyen, inoltre, ha espresso il proprio assenso nei confronti della prospettiva di prorogare e stabilizzare il bonus assunzioni e lo strumento della decontribuzione per il Sud, con la sola raccomandazione che esso sia meglio collegato e riferibile a progetti aziendali di investimento e ampliamento in modo da venire assorbito da uno sviluppo durevole delle attività economiche beneficiarie.
La Zes, pertanto, nella proposta del ministro Fitto andrebbe ad abbracciare le regioni Calabria, Abruzzo, Campania, Puglia, Molise, Basilicata, Sicilia e Sardegna, andando a configurare una sorta di soggetto univoco e unitario e come tale autorevole nei confronti di tutti gli altri interlocutori nazionali ed europei.
Dir politico Alessandro ZORGNIOTTI




