Inaugurata oggi, presso il complesso “Piramida” nel cuore di Tirana, l’esposizione che, attraversando idealmente le civiltà intercontinentali convergenti sul “mare di mezzo”, riassume la comunione fra Albania e Italia dal punto di vista orografico, socio genealogico, colturale e urbanistico, accentuando la stessa con l’ausilio delle mappature e delle tecnologie digitali e satellitari

Alla cerimonia di apertura della rassegna, che si svolge nel piano interrato del riqualificato iconico edificio posto sul viale principale della capitale albanese, sono intervenuti il Presidente della Fondazione filantropica ospitante, l’imprenditore Samir Mane, il Direttore dell’istituto italiano di Cultura Alessandro Ruggera e il nuovo Ambasciatore Marco Alberti il quale ha ricordato la valenza strategica dell’evento come insieme di cerchi concentrici tra civiltà, epoche storiche e persone riunite nella cerimonia odierna in una città, Tirana, che è capitale del dialogo mediterraneo: “La cultura non è un fatto episodico, è semmai un fattore strutturale della nostra diplomazia che come dice la stessa sua accezione deve essere coltivato, poiché crea relazioni e percezioni reali, come quelle che stanno caratterizzando oggi questo luogo. La civiltà indoeuropea e greco romana si sviluppa nell’abbraccio fra i nostri due Paesi che è anche un abbraccio fra istituzioni, industria creativa, privato sociale e culturale qui autorevolmente rappresentato. La vicenda geopolitica globale ci insegna che abbiamo bisogno di momenti come questo”.

Il Direttore Ruggera, ribadendo il ringraziamento proprio e del sistema Italia alla Fondazione Mane e alla collegata galleria Goca, ha ricordato che alla tappa strategica di Tirana seguirà quella conclusiva di Roma presso il Museo Maxxi, a conferma del riconosciuto valore dell’iniziativa oggi inaugurata e che – come è stato ricordato dall’imprenditore Samir Mane – ha nella cultura uno sviluppo naturale delle attività e degli investimenti di tipo economico, in omaggio ai principi e ai valori della sostenibilità e della coesione e del ritorno sociale sui territori interessati.

L’evento espositivo, promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale del Governo italiano e curato da Viviana Panaccia, si caratterizza per consistere in un percorso innovativo e unico che cuce la storia, la bellezza, i Popoli e i miti del Mediterraneo, macro regione di altissimo valore storico tornato di nuovo centrale dal punto di vista geografico, politico e della connettività. La mostra fa ricorso a immagini ottenute dalla realtà aumentata e dalla tecnologia più avanzata ed elaborate dalle Agenzie Spaziali Italiana ed Europea e da Telespazio/e-Geos. Immagini straordinarie e multidimensionali in dialogo con mappe antiche e opere d’arte, in una sintesi tra arte e scienza e tra passato e presente futuristico.
“Mediterranea“ vuole rappresentare il Mare Nostrum nella complessità che include le vulnerabilità incluse le più minacciose, dove le immagini satellitari rimandano dallo spazio una visione di città e di porti, crocevia di commerci così come di incroci culturali e di coste ricche di colture simbolo della “mediterraneità” come l’olivo, il fico, la vite. Si vuole infine testimoniare lo stato di salute del Mediterraneo fornendo dati e immagini che mostrano i segni inequivocabili dei cambiamenti climatici in corso, dalla riduzione delle precipitazioni alle ondate di calore caratterizzate da lunghi periodi siccitosi alternati a eventi meteorologici estremi impattanti sui preziosi e delicati habitat marini.
Nella foto di apertura: il messaggio di saluto da parte del nostro Ambasciatore Marco Alberti



