“Come facilmente prevedibile e previsto, la confusa e propagandistica riforma dell’accesso a Medicina, con la finta abolizione del numero chiuso, non solo non ha risolto il problema dei costosi corsi privati a carico delle famiglie per la preparazione alla selezione, ma lo ha perfino acuito.
Si apprende che il ministero dell’Università ha preso ora atto del problema e ha chiesto una verifica all’Autorità Antitrust sulla pubblicità di questi corsi. È un bene che il governo abbia ripreso contatto con la realtà, dopo mesi di propaganda ingannevole ai danni di studenti e famiglie.
Non sarà purtroppo però l’Antitrust a poter risolvere il problema: i test a crocette restano, la selezione è stata spostata solo di sei mesi e non è stata resa meno aleatoria, non è stato abolito il numero chiuso, ma solo il primo semestre in presenza, sostituito con 3 corsi erogati prevalentemente in modalità online, che non offrono agli studenti nessuna garanzia di una preparazione adeguata.
È auspicabile che il governo prenda atto quanto prima del fallimento di questa improbabile riforma e capisca che almeno il tema dell’Università non può essere affrontato a colpi di slogan e promesse vuote”. Così Alfredo D’Attorre, responsabile Università e ricerca nella segreteria Pd.


