Meloni a Caivano: “Lo Stato c’è e non intende abbandonare i cittadini nell’illegalità”

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Le forze dell’ordine, la scuola, la biblioteca multimediale e la riapertura di quel centro sportivo Delphinia dove probabilmente si sono consumati gli stupri ai danni delle due bambine

Come aveva annunciato Giorgia Meloni non è andata a Caivano per una semplice visita, ma per “portare risposte” che il governo ha impostato su due direttrici: legalità e servizi. Il premier queste risposte, compresi tempi e dotazioni finanziarie, le ha elencate dopo le riunioni con gli operatori del territorio, da don Maurizio Patriciello, promotore dell’invito che l’ha portata in città, a Eugenia Carfora, la preside della scuola di Caivano, una “docente straordinaria” quotidianamente impegnata nella lotta contro la dispersione scolastica. E dopo il Comitato per l’ordine e la sicurezza che il presidente del Consiglio ha voluto in questa giornata, in questo Comune da cui il governo intende partire per dare risposte a tutte le “Caivano d’Italia”.

Meloni a Caivano: “Siamo qui perché lo Stato ha fallito. Occorre dare segnali diversi”

Meloni ha parlato apertamente di “fallimento dello Stato”, ricordando come siano passati ormai dieci anni dalla morte della piccola Fortunata Loffredo, abusata sessualmente e poi buttata già dal balcone di un palazzone del Parco Verde. Ha manifestato il suo timore per il fatto che gli episodi di violenza siano “più di quelli che emergono dalle cronache”.

“Occorre dare segnali diversi”, ha detto, riconoscendo che a Caivano si è tentato, ma avvertendo sul fatto che senza “continuità”, senza “concentrazione degli interventi”, senza “monitoraggio”, senza insomma un progetto ampio e stabile ogni intervento è destinato a rimanere non incisivo.

“Lo Stato c’è e non intende abbandonare i cittadini nell’illegalità”, ha poi sintetizzato su Facebook il premier, postando una foto con don Patriciello.

FONTE: secoloditalia.it