Meloni e Toti, politica tenuta in scacco dai pm: perché va abolita quella legge

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Il primo a prendere la parola ieri mattina è Giovanni Toti, l’ex governatore ligure costretto alle dimissioni, unica via d’uscita dagli arresti domiciliari durati oltre 80 giorni. E decide di affrontare il caso che ha coinvolto Arianna Meloni, la sorella della premier che secondo un’editoriale del direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti potrebbe venire indagata per traffico d’influenze dopo l’uscita di alcuni articoli su un suo presunto interessamento sulle nomine di Rai e Trenitalia. «A me stupisce la reazione dei partiti – scrive Toti su Facebook – Arianna Meloni è accusata, dalla politica per ora, vedremo se anche dalla magistratura, di essersi occupata di nomine e designazioni ai vertici di aziende di Stato. Ma questo è il punto! Scusate ma chi dovrebbe nominare i vertici di quelle società se non chi ha vinto le elezioni?