Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile e coordinate dalla Procura di Messina coordinata da Maurizio de Lucia, hanno scoperto una banda con ramificazioni in diversi Stati che organizzava finti matrimoni tra italiane e uomini extracomunitari, e viceversa, per far avere il permesso di soggiorno per motivi familiari. L’organizzazione criminale poteva contare anche sulla complicità di due persone, ancora non identificate, che operavano in Francia.
Gli indagati si preoccupavano di far incontrare i futuri coniugi, di seguire tutta la trafila amministrativa propedeutica alla cerimonia presso i vari consolati, di reclutare i falsi testimoni e di trovare gli alloggi per simulare la coabitazione in vista dei controlli successivi. Nulla era lasciato al caso: venivano acquistate le fedi del valore di 15-20 euro, anticipate le spese per l’acconciatura e l’abito, seguite, se necessario, le pratiche per il divorzio da matrimoni fittizi precedenti per riacquistare lo stato libero, date le istruzioni sul comportamento da tenere in occasione dei controlli di polizia che dovevano accertare l’effettiva convivenza della coppia.


