Appena entrata nella Sala Albertini, il «tempio» del Corriere, la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola si guarda intorno: appese alle pareti, le prime pagine storiche del giornale, dalla prima del 5 marzo 1876 fino a quella dell’elezione di papa Leone XIV
L’occhio però le cade subito su quella del 25 giugno 2016, titolo di apertura: «Il colpo all’Europa». Tra il curioso e il preoccupato, Metsola chiede a che cosa si riferisce. Risposta: «Alla Brexit». A quel punto la presidente — 46enne maltese, esponente del Ppe e in carica dal 2022 — si siede e ascolta le domande, a cui risponde col suo italiano fluente alternato, per le questioni tecniche, all’inglese.
Al Consiglio europeo di giovedì sono state prese alcune decisioni, come il 19esimo pacchetto di sanzioni per la Russia, ma non altre, a partire dall’uso degli asset russi congelati nell’Ue per finanziare l’Ucraina.
«Io sono convinta che l’Europa, l’ho notato anche giovedì parlando con tutti i capi di governo e di Stato, dal lato politico non stia mollando: l’approvazione del 19esimo pacchetto di sanzioni è stata un grande successo. Il problema semmai è che quando prendiamo una decisione per un dossier su cui si lavorava da mesi e mesi e poi invece non troviamo l’accordo su un tema, questo viene rappresentato come una catastrofe totale».