Migranti, centri rimpatrio in 12 regioni: il piano del governo

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Sono almeno dodici i Cpr – i Centri per il rimpatrio dei migranti – che dovranno essere realizzati per raggiungere l’obiettivo di un centro in ogni Regione, come indicato dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi

Il piano per incrementare i posti disponibili per i migranti destinati a essere rimpatriati si muoverà in due direzioni, da un lato i nuovi Cpr e dall’altro il ripristino di quelli già esistenti, e l’obiettivo è quello di far partire i lavori nel più breve tempo possibile.

Oltre al lavoro per creare le nuove strutture, Viminale e ministero della Difesa stanno anche programmando l’ampliamento e la ristrutturazione di quelle già disponibili. L’obiettivo è quello di riportare alla piena operatività i cpr esistenti, spesso danneggiati dai migranti trattenuti: nella maggior parte dei centri infatti i posti utilizzabili sono inferiori alla capienza teorica.

I posti disponibili al momento tra le strutture di Bari, Brindisi, Caltanissetta, Trapani, Roma, Potenza, Gorizia, Macomer e Milano sono 619 a fronte dei 1.338 potenziali. Tra questi c’è anche il Cpr di Torino, chiuso a seguito di danneggiamento.

Per quanto riguarda il loro funzionamento, i Cpr sono già di competenza del prefetti, che attraverso dei bandi affidano i servizi di gestione della struttura a privati, responsabili del rapporto con i migranti trattenuti e del funzionamento materiale del centro. Il trattenimento dei migranti nei Cpr è disposto con provvedimento del questore, trasmesso entro 48 ore dall’adozione al giudice di pace territorialmente competente per la convalida. Anche l’eventuale proroga è soggetta a convalida.