Milano, i casi raddoppiano. Ora è allarme anche a Roma. In Lombardia le librerie restano chiuse

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In Lombardia i numeri della pandemia risalgono. Secondo i dati forniti da Regione Lombardia sabato 11 aprile a Milano i contagi e provincia i contagi sono quasi raddoppiati. 520 contro i precedenti 269.

“I casi veri nella città di Milano sono forse 5-6 volte quelli accertati, in Lombardia i casi veri sono dieci volte quelli accertati – avverte Massimo Galli, direttore del Dipartimento di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano – il fattore limitante è la capacità diagnostica e la possibilità di consentire alle persone di arrivare alla diagnosi, cioè ci sono tantissime persone che sono in casa, che sospettano di avere l’infezione e che non hanno potuto avere una conferma diagnostica perché non siamo ancora in condizioni come sistema di garantire loro un test”, conclude.
Nel Lazio la curva dei contagi era scesa sotto il 3 per cento ma sempre sabato a Roma il numero dei contagi è stato elevato: ben 74 nelle ultime 24 ore che certifica il picco settimanale che arriva dopo i 39 casi di lunedì, i 26 di martedì, i 31 di mercoledì, i 43 di giovedì e i 35 di venerdì. Negativo il dato soprattutto dell’Asl Roma 2, sud est della Capitale, con 38 nuovi casi. Dato costante in provincia, dove i nuovi positivi sono 49.

La Lombardia sceglie dunque di mantenere le misure restrittive ora in vigore. Non riapriranno le librerie né le cartolerie né i negozi per bambini. Il presidente della Regione ha firmato un’ordinanza che mantiene in vigore fino al 3 maggio le misure restrittive già attive sul territorio regionale. In sostanza, come si legge nel documento, attraverso la nuova ordinanza la Lombardia «conferma la chiusura degli alberghi (con le eccezioni già in vigore), degli studi professionali (che proseguono l’attività in modalità smart working, salvo eccezioni per particolari scadenze), dei mercati all’aperto e tutte le attività non essenziali. Inoltre, sarà possibile acquistare articoli di cartoleria, di fiori e piante all’interno degli esercizi commerciali che vendono alimentari o beni di prima necessità, già aperti. Saranno sempre possibili le vendite con la consegna a domicilio, osservando le regole stringenti già in vigore per questa modalità». Anche il Piemonte ha stabilito che librerie e cartolibrerie resteranno chiuse.