MINISTRO GIORGETTI: EDUCAZIONE FINANZIARIA PATRIMONIO PUBBLICO

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L’intervento del titolare del dicastero dell’economia e delle finanze in occasione della celebrazione dei 150 anni del risparmio postale in Italia: “Rappresenta un fattore produttivo sussidiario in un contesto in cui il bilancio pubblico non può più arrivare ovunque”

Gorno Tempini presidente CDP 

(Fonte: ministero del Mef) “Vorrei iniziare citando uno dei miei illustri predecessori, Quintino Sella, il quale soleva affermare che “Un popolo vale quanto risparmia”, indicando chiaramente come la solidità economica e la civiltà di una Nazione dipendano anche e soprattutto dalla capacità dei suoi cittadini di accumulare risparmi e di impiegarli per migliorare le condizioni proprie e della società. Lo stesso Sella, con la legge che istituiva in Italia il servizio di risparmio postale, intendeva diffondere nel Paese una cultura del risparmio e promuovere lo sviluppo economico e sociale”.

Presidente Sergio Mattarella 

Lo ha dichiarato l’onorevole Giancarlo Giorgetti, Ministro delle finanze, alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella e del Presidente di Cassa Depositi e Prestiti, Gorno Tempini.

In Italia, infatti, le Casse postali furono da subito un successo e già nel primo anno di attività la raccolta raggiunse i due milioni e mezzo di lire, dato del 1875: “La legge di quell’anno affidava alla Cassa Depositi e Prestiti (CDP) la gestione del risparmio postale attraverso i libretti. Si veniva quindi a creare un processo unitario di raccolta e impiego del risparmio con caratteristiche di tipo bancario, che consentiva di concedere prestiti tanto al comune cittadino sconosciuto, come alla grande città, permettendo ai piccoli comuni di eseguire le opere e i lavori di cui necessitavano. Nel frattempo – ha proseguito Giorgetti – il nostro ha superato con successo le prove terribili delle due guerre mondiali e della ricostruzione post-bellica”. Ed è innegabile che in tali contesti l’educazione finanziaria e al risparmio abbia svolto un ruolo e una funzione cruciale.

“Sono tre i fattori a mio avviso rivelatisi determinanti: il risparmio quale elemento propulsivo della crescita e dello sviluppo economico; il ruolo sociale del risparmio postale, importante fattore di inclusività, educazione e previdenza, accessibile a tutti a costi contenuti; la presenza fisica capillare dei servizi postali sul territorio nazionale, che ha consentito di finanziare lo sviluppo infrastrutturale, sostenere la stabilità macroeconomica e promuovere la coesione territoriale – ha sottolineato Giorgetti – I buoni fruttiferi postali hanno finanziato piani di edilizia popolare, infrastrutture strategiche e interventi di modernizzazione. Questo modello ha inoltre permesso di evitare il ricorso eccessivo al debito estero, mettendo in primo piano la capacità di accantonamento del mercato interno”.

Gli investimenti pazienti, prudenti e non speculativi restano l’elemento differenziale decisivo per guardare non solo alle glorie del passato ma soprattutto alle sfide presenti e future: “Oggi l’Unione europea e l’Italia scontano purtroppo un gap di dotazioni infrastrutturali che ci rende più vulnerabili e dipendenti da Paesi terzi. Le sfide ambiziose che siamo chiamati ad affrontare, in termini di autonomia infrastrutturale, difesa, riposizionamento competitivo nei settori a più alto valore aggiunto, richiedono investimenti di vasta portata e di lungo termine. I vincoli di bilancio non consentono di fare affidamento alle sole risorse dello Stato. Ecco quindi che il risparmio privato deve confermarsi fattore/chiave per lo sviluppo economico, raggiungendo la platea dei piccoli risparmiatori e proponendo a questi ultimi prodotti e servizi con caratteristiche di semplicità, assenza di oneri di gestione o vincoli di accesso e facilità di comprensione anche per chi ha solo conoscenze economiche di base”, ha proseguito l’alto esponente del Governo Meloni.

“Non a caso siamo consapevoli del fatto che l’educazione finanziaria passa anche dalle scuole, e con la “Legge Capitali” abbiamo per primi introdotto l’obbligo di un percorso di educazione finanziaria nell’insegnamento dell’educazione civica. L’educazione finanziaria è un bene pubblico, un elemento costitutivo della Cittadinanza intesa come legame di appartenenza di un individuo alla collettività, necessario per una corretta partecipazione alla vita sociale”.