MINISTRO MANJA: IL NUOVO CODICE PENALE SARÀ UN CONTRATTO SOCIALE CON I CITTADINI E LA UE

0
8

Il titolare del dicastero della Giustizia ha riunito oggi le più importanti autorità giudiziarie e civili del Paese per presentare l’esito dei lavori del Gruppo giuridico di alto livello che ha completato – sotto il coordinamento del Prof. Rakipi – la stesura del “Corpus” normativo finalizzato a ridefinire le categorie di reato e gli strumenti di sanzione, prevenzione, ristoro e rieducazione

Il testo articolato sarà trasmesso all’Unione Europea e quindi inviato al Parlamento, scaturito dalle elezioni politiche generali dello scorso 11 maggio, per la definitiva approvazione a maggioranza qualificata così come previsto dalla vigente Costituzione

Ulsi Manja ministro della giustizia del governo Rama 

“Quello di oggi non è un semplice evento ordinario – ha premesso il Ministro Ulsi Manja – bensì rappresenta un raro momento istituzionale che segna sia la regolamentazione giuridica di una nuova era, sia la maturità democratica di una società che ha bisogno di aggiornare le norme penali agli sviluppi sociali, costituzionali e internazionali. Oggi illustriamo il pilastro di un rinnovato patto civico con i nostri concittadini e con l’Unione Europea”.

Il prof Rakipi presidente del Gruppo di lavoro 

All’evento di presentazione della bozza definitiva del nuovo Codice, sono altresì intervenuti il Presidente della Corte Costituzionale, Holta Zaçaj, il Presidente della Corte Suprema, Sokol Sadushi, il Ministro per la Pubblica amministrazione e la lotta alla corruzione, Adea Pirdeni, e la collega di Governo per I negoziati con la Commissione di Bruxelles, Majlinda Dhuka, oltre a rappresentanti della diplomazia e dei mass media.

Sokol Sadushi presidente della Corte suprema della Repubblica d’Albania 

“Questo momento segna un passo importante verso il rafforzamento dello Stato di diritto del Paese – ha spiegato Ulsi Manja – La bozza Codice oggi entra nella fase di consultazione pubblica, rafforzandosi come documento fondamentale per la tutela dei diritti e delle libertà di ogni Persona”, ha affermato Manja: “Sulla base dei sopraggiunti cambiamenti sociali intervenuti, definiamo con chiarezza la linea di demarcazione tra i comportamenti consentiti e quelli punibili, per la tutela dell’ordine costituzionale, dei diritti e della sicurezza giuridica e pubblica dell’individuo e della comunità”.

La ragione di questo intervento legislativo di portata storica è evidente: “L’attuale Codice penale è stato adottato nel gennaio del 1995 ed è entrato in vigore il primo giugno dello stesso anno, in un momento in cui l’Albania era appena uscita da un regime totalitario e aveva iniziato a costruire un nuovo sistema giudiziario fondato su standards più moderni e garantisti – ha ancora ricordato il Ministro della Giustizia – Esso ha costituito, per quell’epoca, un grande atto di modernizzazione fondamentale, ma adesso s’impone l’esigenza di modellare le norme su uno Stato e su una società che si trasformano ogni giorno”.

L’esponente del governo Rama ha ricordato che il Codice penale in vigore al momento della sua adozione nel 1995 conteneva 285 articoli e 550 paragrafi: “Dopo 30 interventi successivi, il Corpus comprende 327 articoli e oltre 750 paragrafi, che necessitano oggi di essere ricondotti a una coerenza sistemica basata sulla Costituzione del 1998 e sul recepimento delle nuove forme di criminalità che richiedono risposte penali chiare, univoche e appropriate, nonché sulla riforma della giustizia che alcuni anni fa ha riconfigurato tutto il sistema istituzionale”.

Per tutte queste ragioni, “l’attuale Codice non risponde più alle sfide del momento, e la sua attuazione presenta difficoltà per pubblici ministeri, avvocati e magistrati giudicanti. I lavori per la redazione di una bozza di lavoro penale, guidati dal Prof. Arben Rakipi, sono iniziati nel 2019, ma nel febbraio del 2023 il Ministero della Giustizia ha ufficialmente incaricato questo Gruppo di redigere il futuro Codice, che sarà aperto alla consultazione pubblica a partire da oggi – ha concluso l’onorevole Manja – Questo poderoso impianto normativo non è frutto del Governo o del Ministero, che ha avuto e continuerà a svolgere un ruolo organizzativo e di supporto sino alla fine: è patrimonio di tutti. La bozza riceverà il timbro di certificazione dalla Commissione UE di Bruxelles, dopo di che il Governo proseguirà con le procedure di approvazione parlamentare a maggioranza qualificata, e in tal senso invito l’opposizione a fornire fin d’ora il proprio contributo propositivo e di merito”.

L’impianto normativo, fra le altre previsioni inserite, eleva a 21 anni l’età in cui essere considerati “minorenni “, al fine di reprimere con più severità i reati commessi contro questi ultimi, rafforza le tutele per le vittime dei reati materiali e potenzia lo strumento della confisca al fine di recuperare allo Stato sottrazioni indebite di risorse compiute in forma di appropriazione indebita o di evasione fiscale grave.