Miriam Makeba se n’è andata il 9 novembre 2008, a 76 anni

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Ha cantato ovunque: davanti a presidenti, re, stadi interi, ha calcato i palchi del jet set, attraversato guerre, esili, frontiere. Ha conosciuto la gloria e l’abbandono
E alla fine Miriam Makeba, per tutti Mama Africa, ha finito per morire in una piccola cittadina della periferia italiana, Castel Volturno, cantando per la sua gente, tra i migranti, gli ultimi, gli emarginati, come in fondo è sempre stata lei.
Lei che era nata nel 1932 a Johannesburg, e da quando ne ha ricordo ha usato la voce come arma di resistenza.
Lei che negli anni ‘50 ha conosciuto un giovane avvocato dell’African National Congress che di nome faceva Nelson Mandela, con cui nascerà un’amicizia per la vita.
Lei che è stata costretta a un esilio di 30 anni per la sua lotta al regime Afrikaner.
Lei che ha conquistato l’America, ha vinto un Grammy, prima artista africana della Storia, ha suonato con Dizzy Gillespie, Nina Simone, Paul Simon. È stata ricevuta con gli stessi onori da John Kennedy e Fidel Castro.
Il matrimonio con Stokely Carmichael, leader del movimento radicale nero, le costò il sogno americano: saltarono dischi, contratti, le cancellarono all’improvviso le turné. E, alla fine, è stata costretta a ripartire da capo, ancora una volta, dalla sua Africa, in Guinea, che l’ha accolta come cittadina onoraria e ambasciatrice.
Nel 1976 un suo discorso all’Onu contro l’Apartheid farà il giro del mondo. Disse:
“La gente non si ferma più. Si fa sparare addosso ma continua. Questo è un fatto nuovo e sorprendente.”
Nel 1990 il ritorno nel Sud Africa dell’amico Mandela liberato dall’Apartheid. Gli ultimi anni sono quelli della consacrazione definitiva, ma anche di un lento declino fisico e l’aggravarsi dell’artrite reumatoide diagnosticata in gioventù. Senza mai smettere di combattere contro ogni ingiustizia.
Anche per questo, quando nel 2008 la hanno invitata a cantare a Castel Volturno, la “Soweto d’Italia”, per un concerto anticamorra dedicato a Roberto Saviano, proprio lì dove mesi prima la camorra aveva ucciso sei migranti africani, lei, già stanca e provata, non ci ha pensato su un attimo.
Nonostante il freddo e un forte dolore al petto, ha cantato lo stesso, per i migranti, contro la camorra, per Roberto.
Dopo essere scesa dal palco, è stata colpita da un infarto, che le sarà fatale.
Miriam Makeba se n’è andata il 9 novembre 2008, a 76 anni, cantando lontanissimo da casa, eppure dove sentiva per istinto di dover essere: tra la sua gente.
Il minimo che possiamo fare oggi, 17 anni dopo, è ricordarla.