Il trionfo di Carlos Alcaraz su Jannik Sinner allo US Open continua ad essere oggetto di interessante dibattito tra appassionati ed addetti ai lavori. E tra i focus e gli approfondimenti susseguitisi nelle ultime ore, è arrivata anche l’analisi autorevole di Patrick Mouratoglou. Il noto coach francese si è soffermato sull’argomento tramite un lungo post su LinkedIn.
Mouratoglou e la nuova versione di Alcaraz
Mouratoglou apre la sua analisi con una domanda che si saranno fatti milioni di persone: “Molti si sono chiesti: Alcaraz era semplicemente troppo bravo o Sinner non era al suo meglio?“.
“La mia risposta è: entrambe le cose“, afferma il 55enne dell’Île-de-France. Che poi entra nel merito della sua considerazione spiegando: “E c’è un motivo. Questo motivo è qualcosa a cui tengo profondamente: comportarsi da campioni. Se guardiamo alle ultime tre finali del Grande Slam a cui hanno preso parte quest’anno – Roland Garros, Wimbledon e US Open – al Roland Garros è stata l’unica in cui entrambi i giocatori hanno giocato al 100% del loro livello. A Wimbledon, Jannik ha giocato a un livello molto alto, ma Carlos non si è nemmeno avvicinato al suo livello abituale. Agli US Open, è stato Alcaraz a offrire una prestazione eccezionale, mentre Sinner chiaramente non stava giocando al meglio. Questa è stata una conseguenza diretta della finale di Wimbledon e delle lezioni apprese da Alcaraz e dal suo team“.
E in effetti, la ricostruzione di Mouratoglou coincide con quella fatta dal coach del giovane murciano, Juan Carlos Ferrero, nelle ore successive al trionfo di Carlitos. Sempre in precisa continuità con il racconto di Ferrero, il tecnico francese aggiunge: “Come dico sempre: una sconfitta non è mai un problema, finché si impara da essa. Da questo punto di vista, la sconfitta di Wimbledon è stata oro per lo spagnolo. Un punto di svolta. Un campanello d’allarme. Se ascoltate Carlos durante la finale di Wimbledon, mentre parla al suo box, in sostanza stava dicendo: «Sta giocando troppo bene. Non ho soluzioni«. Poi ha pensato «Questo ragazzo sta iniziando a essere migliore di me. Non posso permettere che accada». Questo cambiamento di mentalità è stato fondamentale per la sua decisione di lavorare su aree specifiche e di evolversi rapidamente”.



