Il gruppo Mutti ha chiuso il 2022 con un fatturato complessivo di 563 milioni di euro, in crescita del 16% rispetto al 2021. Anche a volume l’azienda di trasformazione del pomodoro ha registrato un aumento delle vendite passando dalle 324,1 mila tonnellate del 2021 alle 335 mila del 2022. Tuttavia l’incremento dei costi registrato durante l’anno ha eroso i margini con l’Ebitda che è sceso a 44,7 milioni dai 48 di un anno prima, il 7% in meno.
La posizione finanziaria netta poi si è attestata a -123 milioni di euro dai -34 dei 12 mesi precedenti, come risultato degli aumenti di costi che l’azienda ha dovuto sostenere nel corso dell’anno.
Tuttavia i risultati hanno consentito a Mutti di mantenere pressochè stabile la quota di mercato in Italia, pari al 33,7% (la somma delle quote di mercato dei tre competitor più forti, spiega una nota, non arriva a coprire la quota di Mutti) e di accrescere quella in Europa dove è passata dal 14,1% al 15%. In particolare il 2022 è stato l’anno in cui l’export per la prima volta anche a valore ha superato il mercato domestico: la quota di fatturato registrata all’estero, infatti, è stata pari al 51% pari a 286 milioni di euro. Anche a volume, per il secondo anno consecutivo, c’è stato un aumento delle tonnellate vendute all’estero, pari a 190,4 mila, rispetto alle 144,6 mila vendute in Italia. Sono sette i Paesi in Europa in cui Mutti oggi è leader di mercato: Francia, Svezia, Danimarca, Norvegia, Finlandia, Slovenia e Italia. In Germania si consolida come seconda marca. Fuori dal perimetro europeo, invece, prosegue la crescita in Australia e Usa.
“I gravi fattori esogeni, dalla siccità agli aumenti di materie prime ed energia, che hanno caratterizzato il 2022 non hanno intaccato il nostro percorso di crescita – ha dichiarato Francesco Mutti, amministratore delegato dell’omonima azienda – Siamo quindi pronti a far fronte a un 2023 che si prospetta altrettanto complesso e sfidante
Più in generale dovremmo riflettere, a livello Paese e in modo radicale e radicato, su quella che sarà la nostra politica idrica dei prossimi anni. Dobbiamo assolutamente pensare non solo in una logica di presente ma anche per il futuro.
Pensare, quindi, alla costruzione di progetti che facciano sì che l’acqua che continua a cadere venga trattenuta e non sprecata. È evidente, da tempo, che l’emergenza idrica sia un tema che non può più essere sottovalutato, soprattutto perché le soluzioni al problema non sono immediate. Occo


