Napoli, “tavolino selvaggio”: interventi tardivi! Gravi responsabilità!

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Si sta scoprendo l’acqua calda. E’ dal periodo della pandemia, quando è esploso il fenomeno di “tavolino selvaggio”, che chiediamo all’amministrazione comunale partenopea di assumere una linea dura per contrastare le modalità con le quali molti esercizi pubblici hanno occupato il suolo antistante, sovente in barba a leggi e regolamenti vigenti, segnatamente in relazione al rispetto dell’art. 20 del codice della strada che, al comma 3 prescrive

” Nei centri abitati, ferme restando le limitazioni e i divieti di cui agli articoli ed ai commi precedenti, l’occupazione di marciapiedi da parte di chioschi, edicole od altre installazioni può essere consentita fino ad un massimo della metà della loro larghezza, purché in adiacenza ai fabbricati e sempre che rimanga libera una zona per la circolazione dei pedoni larga non meno di 2 m. Le occupazioni non possono comunque ricadere all’interno dei triangoli di visibilità delle intersezioni, di cui all’art. 18, comma 2.

Nelle zone di rilevanza storico-ambientale, ovvero quando sussistano particolari caratteristiche geometriche della strada, e’ ammessa l’occupazione dei marciapiedi a condizione che sia garantita una zona adeguata per la circolazione dei pedoni e delle persone con limitata o impedita capacità motoria “. Invece. solo di recente finalmente, dalle indagini effettuate dalla polizia municipale, si è scoperto che alcune occupazioni di suolo pubblico sarebbero state realizzate sulla base di false relazioni asseverate da professionisti nelle quali si attesta il rispetto, tra le altre, della norma succitata “.

A tornare sulla vicenda è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione Vomero, tra i primi a lanciare l’allarme, dopo che è stato ripetutamente evidenziato da tanti cittadini il grave problema, presente lungo i marciapiedi e le strade del capoluogo partenopeo, causato dall’invasione di “tavolino selvaggio”, fenomeno che di fatto ha privato i napoletani, e segnatamente le persone diversamente abili o con problemi di deambulazione ma anche le mamme con passeggini, di poter transitare facilmente e in tranquillità sui marciapiedi, senza dover effettuare dei veri e propri slalom o addirittura essere costretti a utilizzare la carreggiata, laddove il marciapiede risulti totalmente occupato

. Lo stesso Capodanno, a fronte delle reiterate proteste e denunce, salite più volte alla ribalta delle cronache, a seguito della mancanza dei controlli richiesti da parte degli uffici competenti dell’amministrazione comunale partenopea, aveva lanciato una petizione online dal titolo: “Napoli: basta con “tavolino selvaggio”! Rivogliamo i nostri marciapiedi!”, che ha raccolto ben 675 firme, presente alla pagina internet: https://www.change.org/marciapiediliberi , indirizzata al prefetto e al sindaco di Napoli nonché agli assessori comunali alla polizia urbana e al welfare, con la richiesta d’interventi immediati e non più dilazionabili per debellare il fenomeno.

” Diciamo basta a “tavolino selvaggio”! – scriveva Capodanno nella presentare la petizione -. Oramai nel capoluogo partenopeo i marciapiedi hanno in gran parte perso la funzione per la quale furono realizzati, come ricorda anche la loro etimologia. Tra dehors, gazebo, ombrelloni, tavolini, sedie e orpelli vari, che si vanno ad aggiungere a buche, cumuli d’immondizia, bidoncini e motocicli in sosta, per i pedoni e segnatamente per le persone diversamente abili con problemi di deambulazione, transitare sui marciapiedi si è trasformata in un’impresa titanica, a volte addirittura impossibile. Sovente per superare gli ostacoli si è costretti a camminare sulle carreggiate correndo rischi immaginabili. Per queste ragioni i sottoscrittori della presente petizione chiedono alle autorità preposte, segnatamente al sindaco di Napoli, di mettere in campo, in tempi rapidi, tutti i provvedimenti necessari, attivando le azioni consequenziali per liberare i marciapiedi, con l’eliminazione, in particolare, di tutti quegli ostacoli che impediscono il normale e pacifico transito dei pedoni, in aperto contrasto con le normative al riguardo vigenti “.

” Adesso – sottolinea Capodanno – l’amministrazione comunale, dichiara di voler ripristinare il regime ordinario, vigente prima della pandemia, per la concessione degli spazi suolo pubblico, vale a dire che invece di consentire l’utilizzo degli spazi pubblici, dopo una semplice domanda, il richiedente dovrà attendere l’approvazione di tale domanda da parte degli uffici competenti. Ma, come suol dirsi, si sta chiudendo la stalla dopo che i buoi sono scappati “.

” Per comprendere la dimensione e la portata del fenomeno – puntualizza Capodanno –  stamani ho effettuato personalmente un censimento di tutte le occupazioni di suolo esistenti a servizio di esercizi pubblici per la vendita e la somministrazione di cibi e bevande con la realizzazione di dehors o gazebo o con ombrelloni, tutti corredati ovviamente sempre da tavolini e sedie. Nei soli tratti pedonalizzati di via Luca Giordano sono presenti ben 19 strutture, nei tratti pedonalizzati di via Scarlatti, via Merliani e via Alvino, 22 strutture, sui marciapiedi di piazza Vanvitelli sono  9 tra dehors o gazebo presenti, che hanno praticamente invaso quasi tutti i marciapiedi della storica piazza, peraltro tutelata anche dalla Soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici ed etnoantropologici per Napoli e provincia, riducendo in alcuni punti la possibilità di passaggio dei pedoni a un corridoio di  circa un metro.

Molte si queste occupazione, in base alla proroga concessa, a livello nazionale, fino al 31 dicembre prossimo, proroga che ci auguriamo non venga più rinnovata alla scadenza, occupano spazi, anche di molto, superiori a quelli richiesti e/o concessi “.