Nel 1994 in Rwanda furono massacrati a colpi di machete quasi un milione di innocenti sotto gli occhi del mondo

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Nel 1994 in Rwanda furono massacrati a colpi di machete quasi un milione di innocenti sotto gli occhi del mondo, con le potenze occidentali e l’ONU immobili nonostante sapessero tutto. Bastava bloccare le radio dell’odio, presidiare le città, proteggere i civili, ma si scelse di tacere per non toccare interessi e alleanze. Da allora avremmo dovuto imparare, invece lo schema si ripete: Palestina, Sudan, Congo, Myanmar, Yemen

e decine di altri conflitti ignorati o coperti da condanne di facciata. Sempre la stessa ipocrisia, sempre la stessa selezione del dolore in base al passaporto e alla convenienza geopolitica. Il genocidio in Rwanda è stato la prova che il silenzio uccide quanto le armi, e oggi quel silenzio è ancora vivo e complice. Il MoVimento 5 Stelle ha scelto di stare dall’unica parte giusta: quella della pace, del rispetto del diritto internazionale, della condanna senza eccezioni di ogni massacro, ovunque avvenga, e senza piegarsi a interessi economici o blocchi di potere.

Non vi voglio rovinare le vacanze, ma mi sono imbattuto in un film sul Rwanda e mi sono documentato: non sapevo del ruolo del Belgio e della Germania nel creare e irrigidire le divisioni etniche, della Francia nel proteggere parte dei carnefici, degli Stati Uniti che bloccarono un intervento ONU più ampio, e dell’Italia che si limitò a operazioni di evacuazione dei propri connazionali senza assumere alcuna iniziativa politica incisiva per fermare il massacro.

Nascere dalla parte “giusta” del mondo non dovrebbe mai significare voltarsi dall’altra parte.