NELL’ATTESA L’INPS MI STA UCCIDENDO PIÙ DELLA “MALATTIA”

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NELL’ATTESA L’INPS MI STA UCCIDENDO PIÙ DELLA MALATTIA”: ODISSEA PER LA RICHIESTA DI INVALIDITÀ, DOPO QUATTRO MESI ANCORA NESSUNA RISPOSTA
CODACONS: CHISSÀ QUALI IMPORTANTI ATTIVITÀ SONO STATE SVOLTE DAI FUNZIONARI INPS NEL CORSO DI QUESTO PERIODO, VIOLENZA SENZA PRECEDENTI NEI CONFRONTI DEI PIÙ DEBOLI

 

I funzionari INPS di Roma devono aver svolto incarichi di grandissima rilevanza nel corso degli ultimi 4 mesi, visto che nel corso di questo periodo non hanno trovato il tempo di curarsi del riconoscimento dell’invalidità di Stefano R.: un pensionato ultrasettantenne con una grave diagnosi neurodegenerativa, la cui vicenda è stata denunciata dalla testata “Affari Italiani”, che dal giorno della domanda per la visita all’Istituto di Previdenza alterna la sua vita tra il deambulatore e la sedia a rotelle.
Nonostante infatti una diagnosi di demenza a corpi di Lewy – una malattia che determina un progressivo declino delle facoltà cognitive e un’aspettativa di vita ridotta e sempre più complicata – e nonostante il Sistema Sanitario Regionale lo consideri meritevole dell’esenziona dal pagamento dei farmaci, l’INPS prende tempo nei confronti della sua richiesta: e chissà quando una commissione medica certificherà la sua grave malattia neurologica, finalmente ammettendolo ai benefici previsti per chi ha perso l’autosufficienza.
Si tratta di una vicenda, l’ennesima, di ordinario menefreghismo da parte delle pubbliche amministrazioni rispetto alle esigenze dei più deboli: un fatto, una violenza senza precedenti nei confronti di chi non può difendersi.
L’11 settembre scadrà il quinto “mesiversario” della richiesta di riconoscimento dell’invalidità: sarebbe ancora più scandaloso se Stefano R. – e come lui tutti coloro che si ritrovano a vivere nella stessa situazione di abbandono e incuria da parte dello Stato – si ritrovasse, ancora in autunno, ad attendere di poter utilizzare i parcheggi per disabili, di poter ricorrere essere ammesso ai benefici previsti dalla Legge e di poter dispositivi sanitari senza pagare di tasca propria.