Benjamin Netanyahu è ottimista sulla fine della guerra a Gaza, ma ha avvertito che Israele non si accontenterà di niente di meno che una vittoria totale. “Siamo vicini alla fine della guerra, ma non ci siamo ancora”, ha chiarito in un’intervista rilasciata a Ben Shapiro alla vigilia del secondo anniversario dell’eccidio del 7 ottobre 2023.
“Ciò che è iniziato a Gaza finirà a Gaza, con il rilascio di tutti i nostri e la fine del regime terroristico di Hamas”, ha detto citando 46 persone rapite, mentre in totale sono 48. Venti di loro, ha poi confermato, sono ancora vivi. Ma bisogna andare fino in fondo, mentre a Sharm el Sheikh sono in corso i negoziati sul piano Trump.
Hamas, ha detto, non è ancora stato completamente distrutto: “Ci arriveremo. Anche Hezbollah, la Siria e gli Houthi hanno subito duri colpi. Israele è emerso da quel giorno come il paese più forte della regione, ma abbiamo ancora delle cose da fare per completare la vittoria”, ha sottolineato.
Netanyahu ha poi fatto riferimento alla possibilità di espandere gli Accordi di Abramo. “Possiamo raggiungere più accordi di pace, non solo in Medio Oriente, ma prima dobbiamo porre fine alla guerra a Gaza”, ha chiarito spiegando che diversi grandi paesi a maggioranza musulmana sono già in contatto con Israele.


