Questa scrittrice è una giornalista e poetessa vietnamita cinquantenne che oggi abita a Giacarta e che ha vissuto l’invasione del suo paese da parte degli americani, vivendo con la sua famiglia tutti i cambiamenti avvenuti, la guerra tra nord e sud, gli orrori, il sequestro delle terre…, la perdita della casa, degli affetti, degli amici e delle persone care
Era venditrice ambulante e coltivatrice di riso, poi grazie a una borsa di studio si è trasferita all’estero e successivamente ha riflettuto su tutto quanto avvenuto decidendo di scrivere questo suo primo romanzo. Un romanzo i cui fatti narrati sono veri, da lei, bambina, e dalla sua famiglia, di massima realmente vissuti.
Una saga familiare storica, ricca di umanità, affetti e sentimenti, sacrifici e privazioni, torture e ingiustizie, tra cui poco di bello, di buono e di positivo dell’agire umano si trova, caratterizzata da un ambiente di guerra a noi noto, con tutto ciò che comporta, e che, forse, tenta anche di curare le ferite inferte all’umanità ed ammonire a non più riprovarci (…ma pare, Ucraina insegna, senza risultato!).
“San ca” in vietnamita vuol dire “le montagne cantano”, ed è un uccellino di legno che il padre della protagonista, Huong, 14 anni (chiamata Guava dalla nonna, per proteggerla dagli spiriti malvagi), ha intagliato mentre era in guerra e ha inviato alla figlia (che non rivedrà più).
Siamo ad Hanoi, dove vivono nonna e nipote, con gli uomini e la mamma di Huong, medico, partiti per la guerra. Sotto i bombardamenti la nonna insegna in una scuola pubblica e nei rifugi e nei momenti di riposo racconta alla nipote la storia della sua vita. Storia che parla di occupazioni – francese, giapponese, americana – ma anche di comunisti e di quello che hanno fatto o permesso di fare: a loro era stata sequestrata la casa ed il piccolo appezzamento di terra, a cui erano seguiti maltrattamenti fisici e psicologici per essere stati “sfruttatori e proprietari terrieri”, nonostante i loro dipendenti li avessero difesi negando qualsiasi sfruttamento.
Ciò nonostante erano riusciti a scappare prima di venire impiccati, grazie proprio all’aiuto di un loro ex fattore, giungendo poi ad Hanoi. Una “nonna d’acciaio”, separata dai suoi fratelli e sorelle che non si è mai persa d’animo; quando le cose diventano difficili lascia i suoi 4 figli in posti sicuri da cui poi li andrà a riprendere, riuscendo ancora, con la “borsa nera” a risparmiare e ricostruirsi una casa. Ora la guerra è finita (la saga si svolge dagli anni 1972-73 al 2017), la madre, molto cambiata dalla guerra, ritorna, non così i suoi fratelli e suo marito; uno zio subisce le conseguenze dell’Agente Arancio, un defogliante chimico che modifica anche i feti, un altro ritorna privo degli arti inferiori… insomma dopo una guerra non ci sono solo i danni materiali da riparare…
Unico aspetto positivo riguarda proprio la ex bimba protagonista, Huong, che riesce a trovare il suo amore unico e vero, eterno e sempre positivo, Tam, chiudendo la storia con una nota di felicità, un matrimonio e due figli, nonostante scopra poi che lui è il nipote di uno dei più cattivi carcerieri di sua nonna, Spirito Malvagio, ma solo dopo la morte di costui: “Le colpe dei padri non devono ricadere sulle spalle dei figli (nipote in questo caso)!”
Franco Cortese Notizie in un click



