Niente di nuovo

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Quando uno non riesce a far capire le proprie ragioni ad un poliziotto, pensi a qual è la cultura media dei soldati combattenti. La guerra è un’aggressione tra classi dirigenti, che fomentano quelle subalterne con una sfilza di menzogne, allo scopo di consolidare la propria posizione di predominio.

E se ormai è chiaro che la prima vittima della guerra è la verità, se è chiaro che i media in tempo di guerra mentono per trasformare i cittadini in soldati, non ditemi che in tempo di “pace” sono sinceri. Una volta dichiarate le ostilità il bombardamento dell’informazione precede ed è più letale di quello delle artiglierie nemiche.

L’illusione di libertà, specie nei paesi Nato, è il maggior ostacolo al progresso sociale. Ed è un vero peccato che non ci sia nemmeno una forza politica pronta a smascherare il trucco delle classi dirigenti, pronta a intercettare la realtà della struttura sociale che per sopravvivere abbisogna di menzogne. Le sinistre dei paesi occidentali si sono finora baloccate nella presunzione di capire la radice della disuguaglianza, anche se le loro esibizioni si sono limitate a battaglie civili che non compromettono l’ordine sociale, anzi, lo rafforzano.

Ad esempio il PD (forza di sinistra?) in Italia è il maggior partito atlantista, e il più guerrafondaio. Il suo pseudo-alleato M5S, che inconsapevolmente avrebbe voluto sostituirlo nel compito di rappresentare le classi subalterne, stenta ad opporsi al progetto dei padroni: alla contraffazione delle ragioni del conflitto, al sacrificio della popolazione civile, all’invio di armi.

Purtroppo il M5S ha un peccato originale causato dalla sua originaria ambizione post-ideologica, cioè dalla rinuncia a investigare i rapporti sociali, da cui possa trarre un’idea prevalente che non lo faccia trovare sempre per la prima volta di fronte al trucco del padrone. L’unico che decifra meglio degli altri la realtà sociale, e che studia con la lena di un fuori corso in vena di recupero, bisogna cercarlo tra i suoi ex.

Di Battista è correttamente contro la guerra, contro la Nato, e a favore di un ruolo europeo indipendente dai blocchi. Peccato che la simpatica von der Leyen non la pensi come lui. Peccato che colei che sembrava il segnale della risorgenza europea contro gli egoismi nazionali e la finanza globale, adesso sia bellicista, atlantista, e voglia importare nell’Unione un paese pseudo-democratico, teatro delle contraddizioni scatenate dall’innesto violento dell’economia di mercato. Che delusione!

Sicché, neanche questa volta pare il momento di lasciare il governo e andare all’opposizione. Anzi, ci si lamenta di chi vuole che il M5S ne sia fuori. Ma forse stiamo dentro per consentire a Di Maio di fare il ministro degli esteri. Il momento è di alterazione generale, di straordinaria follia. Purtroppo, quando si scatenano le guerre, il consenso sociale che sembrava malfermo istantaneamente si consolida. E’ l’ora della dittatura degli stupidi. Questa è l’ora dei guerrieri.

Giuseppe Di Maio