«Noi, sfruttati nei campi sotto il sole a pochi chilometri da chi è in vacanza»

0
17

Fuhad (nome di fantasia, come richiesto per tutela) racconta: «Nel Tavoliere di Puglia lavorare nei campi, purtroppo, è ancora un gioco, a caro prezzo, con la morte. Si parla tanto di tutele, ma che cosa cambia davvero? Le temperatura che sfiorano i 40 gradi, i controlli spesso carenti nei fatti, mettono a rischio la nostra vita per quattro euro ogni due quintali di pomodori». Eppure la maglia nera per il caporalato, quest’anno, va alla Calabria e alla Sicilia, ma, nonostante questo, i racconti diretti dalla Puglia ci sconvolgono. Possibile che dopo le tante proteste a Latina, nella passate settimane, esiste ancora la schiavitù (quasi intoccabile) alle porte delle nostre città di residenza o nella Puglia dei trulli, del mare e delle masserie, anelata dai turisti di tutto il mondo?