Strutture in cui gli anziani attendono la morte, dove in molti casi si pensa molto più al profitto e poco alle cure per chi ne ha bisogno. Veri e propri luoghi di paura. Nella lettera che segue c’era allegata anche una foto della Signora, delle condizioni in cui è stata trovata a letto dal figlio. Per rispetto non pubblico l’immagine, vederla è stato un pugno nello stomaco. E’ tempo di agire ora e di operare controlli serrati, ridefinendo il sistema sanitario assistenziale. Nessuno sia lasciato indietro!
Mia mamma è stata ricoverata in una RSA nel 2021. È stata dimessa, e portata al pronto soccorso all’ospedale Cervello di Palermo in condizioni pietose, piena di piaghe, disidratata e con blocco renale. Ho sentito il dovere morale di fare una ricerca di queste strutture e la prima cosa che ho visto, sono le recensioni su alcune RSA molto spesso negative. La seconda cosa che ho riscontrato è il numero di indagini in corso a carico di RSA. Ci sono le relazione dei Carabinieri del NAS che rivelano come più del 40% di queste strutture hanno gravissime irregolarità e non si può nascondere che sono delle strutture gestite purtroppo solo con la logica del “Profitto”. Queste organizzazioni lavorano con poco personale perché gli infermieri dalle RSA scappano via. Scappano perché sono sfruttati e spesso non retribuiti.
Sono strutture che pur di mantenere gli alti profitti, organizzano il lavoro con personale sottodimensionato, mal pagato e costretto a turni estenuanti fuori da ogni logica. Tutto questo, con gravi ripercussioni per i poveri pazienti che diventano bersagli indifesi che non ricevono le dovute attenzioni e le giuste prestazioni professionali, ma spesso le reazioni di chi, magari sotto stress, si lascia andare a gesti inconsulti.
I controlli sono carenti, ci sono strutture con oltre 50 pazienti gestite con l’impiego di un paio di infermieri, a volte già in pensione con partita iva perché costano meno , costretti a doppi turni e salari minimi che quindi non possono assicurare le cure dovute ai pazienti così impegnativi.
Le RSA dovrebbero essere monitorate con molta attenzione, perché per garantire cure dignitose e rispettose ai nostri cari devono avere il personale adeguato e devono garantire a questo personale idonee condizioni di lavoro.
Perché lo stress e le incertezze economiche degli operatori si ritorcono sull’assistenza alle persone che finiscono per essere considerati semplici numeri sul registro contabile e nulla di più.
In onore di mia mamma, morta di stenti e mancanza di cure alla quale abbiamo affidato l’affetto più caro riponendo massima fiducia in un momento di pandemia non potendo neppure visitarla, ho sentito il bisogno profondo di intraprende una lotta per i diritti dei pazienti della RSA e qui le chiedo se può aiutarmi.
In un Paese civile come l’Italia, non possono esistere questi lager, solo perché dietro di essi vi è una rete potente organizzata dalla politica e dalle organizzazioni di rappresentanza (come ad esempio Sicilindustria che di recente ha istituito il comparto RSA o come il potente sistema delle cooperative di ogni colore) che riuscendo ad accedere alle convenzioni pubbliche si arricchiscono senza restituire il corretto servizio alle persone deboli.
Di Il Blog di Beppe Grillo



