NON PERDERE LA MOSTRA DELL’ESTATE!

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Non perdere l’occasione di visitare la più importante mostra mai dedicata in Italia a uno dei principali maestri della pittura contemporanea

FIRENZE – Lasciati coinvolgere dalle oltre trenta monumentali opere che permettono di esplorare la potente e originale ricerca di Yan Pei-Ming sulla relazione tra immagine e realtà, in un cortocircuito tra vita personale e storia collettiva, simboli e icone della cultura e della storia dell’arte tra Oriente e Occidente.

Yan Pei-Ming. Pittore di storie è aperta fino al 3 settembre 2023. La mostra è visitabile tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00. Inoltre, tutti i giovedì la mostra è aperta fino alle 23.00 con un speciale biglietto per gli under 30 a soli € 5 (valido dalle 18.00 alle 22.00) assieme a un esclusivo sconto del 20% allo Strozzi Bistrò.

Sei curioso di conoscere le immagini a cui si è ispirato Yan Pei-Ming per le sue tele monumentali e comprendere le tecniche con cui le ha realizzate? Vuoi scoprire la vita del maestro della pittura contemporanea? Ogni settimana, il lunedì alle 18.30 e il giovedì alle 19.00, puoi partecipare a una visita guidata gratuita realizzata grazie al contributo di Unicoop Firenze.

La partecipazione è gratuita con l’acquisto del biglietto d’ingresso alla mostra e la prenotazione fortemente consigliata.

GUARDARE LA GUERRA

Abbiamo chiesto ad Andrea Sceresini, giornalista freelance e autore di inchieste e reportage di guerra, di ispirarsi alle riproduzioni di Yan Pei-Ming delle copertine del «TIME» con Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky per descrivere il conflitto tra Russia e Ucraina, partendo dalla sua esperienza diretta sul campo. L’articolo è accompagnato dalle foto di Alfredo Bosco, fotoreporter freelance che si occupa del conflitto in Ucraina.

I volti di Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky – messi l’uno di fronte all’altro in questi due trittici di Yan Pei-Ming – sono gli emblemi viventi del conflitto che dal 24 febbraio 2022 sta devastando l’Ucraina. Viste oggi, dalla nostra prospettiva, le posizioni di Mosca e quelle di Kiev appaiono assolutamente inconciliabili, proprio come i visi contrapposti dei due presidenti.

Eppure, quando nel 2014 si iniziò a combattere nel Donbass, in pochi avrebbero immaginato un epilogo così catastrofico. Fino a pochi mesi prima, il separatismo filorusso nell’est dell’Ucraina era un fenomeno praticamente inesistente (il partito Doneckaja Respublika riusciva a portare in piazza, quando andava bene, una trentina di persone), e lo stesso valeva, dall’altra parte, per l’ultranazionalismo anti-moscovita. Il fatto è che russi e ucraini avevano sempre convissuto in pace: parlavano due lingue praticamente sovrapponibili, avevano la stessa religione e una storia comune che affondava le radici nell’antico impero degli zar.

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