“Non posso tacere. Il celibato è indispensabile”. Il ritorno di Ratzinger

0
85

“Io credo che il celibato dei sacerdoti abbia un grande significato ed è indispensabile perché il nostro cammino verso Dio possa restare il fondamento della nostra vita”. Lo ha affermato Benedetto XVI nel suo libro a quattro mani con il cardinale Robert Sarah dal titolo “Dal profondo del nostro cuore” che uscirà il prossimo 15 gennaio. Ad anticiparne alcuni stralci è il quotidiano francese Le Figaro.

Nel volume Ratzinger sembra frenare qualunque tipo di riforma e manda un messaggio destinato a riaprire il dibattito in Vaticano. “Non posso tacere”, si legge in una citazione da Sant’Agostino. “In questi ultimi mesi mentre il mondo risuonava del frastuono creato da uno strano Sinodo dei media che prendeva il passo sul Sinodo reale, ci siamo incontrati. Abbiamo scambiato le idee e le nostre preoccupazioni. Abbiamo pregato e meditato in silenzio..”.

“Personalmente penso che il celibato sia un dono per la Chiesa e non sono d’accordo a permettere il celibato opzionale. No. Soltanto rimarrebbe qualche possibilità nei posti lontanissimi, penso alle isole del Pacifico, ma è qualcosa da pensare quando c’è necessità pastorale. Il pastore deve pensare ai fedeli”, si legge nell’introduzione al libro.

“Dalla celebrazione quotidiana dell’Eucaristia, che implica uno stato permanente di servizio a Dio, sorse spontaneamente l’impossibilità di un legame coniugale”, spiega Ratzinger. “Si può dire che l’astinenza sessuale funzionale si è trasformata in astinenza ontologica”. “Troppo facile affermare che tutto ciò sarebbe solo la conseguenza di un disprezzo per la corporeità e la sessualità” aggiunge ancora definendo questo “un giudizio sbagliato”.

Benedetto XVI ricorda che la Chiesa “ha sempre considerato il matrimonio come un dono concesso da Dio dal paradiso terrestre. Tuttavia, lo stato civile riguarda l’uomo nel suo insieme e poiché il servizio del Signore richiede anche il dono totale dell’uomo, non sembra possibile raggiungere entrambe le vocazioni contemporaneamente”.

Pertanto, “la capacità di rinunciare al matrimonio per rendersi completamente disponibile al Signore è diventata un criterio per il ministero sacerdotale”. Dal canto suo il cardinal Sarah spiega che “il celibato se a volte è una prova, è pero’ anche una liberazione”, “una gioia” e privare di questo le comunità e i sacerdoti “non è un’opera di misericordia”.

Il cardinale africano richiama il Sinodo sull’Amazzonia nel quale si è discusso della possibilità di consacrare sacerdoti anche uomini sposati. “Non possiamo proporre dei sacerdoti di seconda classe” tanto piu’ “in una Chiesa giovane che ha piu’ bisogne di incontrare la radicalità del Vangelo”.