Se qualcuno pensa di poter scrivere una storia di comodo sulle stragi di mafia da far leggere fra qualche anno ai nostri figli continuerà a trovare in noi un ostacolo. Non servirà mettere il bavaglio ai campioni dell’Antimafia come Scarpinato e De Raho che abbiamo portato in Parlamento e la maggioranza vuole invece cacciare dalle commissioni: non ci fermeranno nel percorso ostinato per la ricerca della verità.
È gravissimo che si vogliano ignorare le tracce che sulle stragi del 1992-93 portano a mandanti eccellenti e a esponenti della destra eversiva responsabili delle stragi neofasciste, come Paolo Bellini da poco condannato definitivamente per la strage di Bologna.
È gravissimo che alle frasi di circostanza del Governo per la strage del 19 luglio 1992 in via D’Amelio, si accompagnino fatti e scelte disastrose per la lotta a mafie e malaffare come la cancellazione dell’abuso d’ufficio, l’indebolimento dei presidi di legalità e anticorruzione, il farwest dei subappalti, i tagli alle intercettazioni. Trovano e troveranno in noi un muro.
È questo l’impegno con cui intendiamo onorare ogni giorno la memoria di chi ha sacrificato la vita per noi.
così che continueremo a coltivare la memoria di Paolo Borsellino e degli agenti Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina che hanno pagato con la vita l’impegno contro la mafia, per la verità e la giustizia.



