CAFU’: Ogni cinque giorni torno al cimitero. Vado a parlargli, a stare vicino alla sua tomba

0
9

Non riesco a farmene una ragione. Non entro nemmeno più nella sua stanza… è come se il tempo si fosse fermato lì

Quel giorno eravamo insieme, sul campo da calcio. Giocavamo nella stessa squadra. A un certo punto Danilo è uscito dal campo, mentre io continuavo la partita. Non immaginavo nulla. Poi ho visto movimento, confusione… ho corso per capire. E lì ho trovato mio figlio che stava male. Lo abbiamo portato in ospedale.

Pregavo, imploravo Dio di salvarlo. Ma dopo mezz’ora un medico mi ha guardato negli occhi e mi ha detto che non ce l’aveva fatta. Un padre non dovrebbe mai vedere morire suo figlio. È contro natura. È un dolore che non ha nome, che non può essere spiegato. È un buio che non passa mai.»

Cafù