Quasi un miliardo e mezzo di euro per poter tornare a nuotare nei fiumi Senna e Marna.
È questo l’obiettivo che la Francia vuole raggiungere in previsione delle future Olimpiadi. Un piano balneare, così è stato definito dalla sindaca di Parigi, Anna Hidalgo, che vuole realizzare “il sogno” già prefigurato da Jaques Chirac ai tempi in cui indossava la fascia di primo cittadino nel 1990.
A cento anni esatti da quando fu proibito bagnarsi nel fiume, potrebbero essere le gare di nuoto in acque libere e di triathlon a segnare il nuovo passo.
Una volta avuto l’ok per la balneazione, sarà quindi aperta la disputa tra gli Invalides e la Torre Eiffel per quale sarà il tratto della Senna ospitare le competizioni.
Secondo Amélie Oudéa-Castéra, ministro dello Sport e delle Olimpiadi, saranno quattro gli stabilimenti balneari da aprire nella capitale, a cui aggiungerne altri sedici nell’Ile-de-France: il numero e l’ubicazione di queste “stazioni” saranno definiti “come un’eredità dei Giochi, entro la fine del 2024”.
La prefettura dell’Ile-de-France (Prif), che con il Comune di Parigi sovrintende al piano balneare, ha l’obiettivo di “cancellare entro il 2024 i tre quarti dell’inquinamento” legato ai cattivi collegamenti: “Se raggiungiamo questo obiettivo del 75%, deve essere possibile nuotare nella Senna”.
La conditio sine qua non sarà il disinquinamento delle acque piovane a Champigny-sur-Marne (Val-de-Marne), cittadina a est di Parigi che ancora fino agli anni sessanta ospitava una spiaggia affollata. Per il piccolo centro saranno destinati 45 milioni di euro, in grado di consentire la ritenzione e il trattamento con i raggi ultravioletti prima dello scarico nella Marna dell’acqua piovana mista a quella di scarico.
È, infatti, proprio quest’acqua, inquinata dalle acque reflue di circa 30mila famiglie, a scaricarsi direttamente nella Marna e nella Senna, infettando tutto.



