Il settore creditizio albanese assorbe circa i due terzi del passivo dello Stato, concorrendo al contenimento del costo degli interessi passivi e alla possibilità per le strutture governative di procedere a una pianificazione nel medio termine delle proprie attività istituzionali e politico amministrative. Con l’ulteriore vantaggio, rispetto all’Italia, che a Tirana l’esposizione debitoria consolidata è scesa sotto il 60 per cento del reddito nazionale o PIL e, al netto delle obbligazioni in fase di ammortamento o estinzione, consiste in titoli di durata oramai pluriennale
Possiamo parlare di un debito pubblico “banco-centrico” dove, fra banche commerciali di secondo livello, società assicurative e banca centrale nazionale nella platea dei sottoscrittori e detentori delle obbligazioni emesse dal Ministero delle Finanze, la quota coperta e tenuta in portafoglio sfiora il 90 per cento dello stock totale, rappresentando un investimento di tipo paziente reso possibile dai molto buoni livelli di liquidità che caratterizzano in questo momento storico il settore finanziario del Paese delle Aquile. Circostanza, questa, che permette di svolgere un ruolo di interesse pubblico sociale senza la necessità di rincorrere il maggiore rendimento immediato.
Aspirazione, quest’ultima, che sembra invece caratterizzare la propensione delle famiglie e dei privati individuali nella ricerca di condizioni remunerative più vantaggiose, attraverso la sottoscrizione di titoli obbligazionari, o di quote di fondi comuni, che possano essere poi monetizzati portando in dote un ammontare finale nettamente superiore al capitale inizialmente versato in prestito dal risparmiatore.
Il disimpegno rispetto ai titoli statali sembra riguardare, sebbene per ragioni che in questo caso sarebbero di tipo statutario interno, pure la banca centrale d’Albania, la quale per missione legale può sottoscrivere o acquistare unicamente buoni di durata massima annuale, mentre la tendenza attuale e prospettica del Governo Rama – sulla base degli accordi raggiunti con la Commissione Europea e con le principali Banche pubbliche internazionali – è all’emissione di obbligazioni pluriennali volte a offrire rendimenti reali in grado di crescere solo grazie al fattore fiduciario indotto dai piani di riforma statale – ciò che sta avvenendo – e a cofinanziare i progetti di investimento nel rafforzamento istituzionale e infrastrutturale del Paese.
Nel frattempo, in un proprio comunicato, la Banca d’Albania ha annunciato che nell’ultima settimana di dicembre del 2024 sono stati collocati buoni del tesoro, denominati in Leke, per 87 milioni di euro equivalenti, con scadenza massimale entro i dodici mesi e a un tasso di rendimento stabilizzato sul 2,8 per cento circa.
I buoni del Tesoro, come ricordato nel paragrafo precedente, sono titoli a breve termine con scadenza a 3, 6 e 12 mesi con cui il Governo punta a integrare il proprio fabbisogno corrente al fine di redistribuire in modo migliore e più equilibrato la maggiore crescita macro economica strutturale.
Nella foto di apertura: il Governatore centrale Gent Sejko e il Ministro Petrit Malaj



