OLTRE ADRIATICO L’ENERGIA SOLARE SI TINGE DI VERDE

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Il governo Rama ha deliberato il via libera alla consultazione pubblica della proposta legislativa volta a trasformare il regime di affitto dei terreni agricoli in una risorsa per la diversificazione reddituale e per una ruralità multifunzionale a partire dall’impianto di tecnologie sostenibili per la produzione energetica da fonti alternative rinnovabili

Ministro dell’agricoltura on. Anila Denaj 

Il Ministero dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale, diretto dall’onorevole Anila Denaj, nei giorni scorsi ha assegnato alla consultazione pubblica, tramite l’apposito sito web istituzionale accessibile a cittadini e portatori di interessi, il disegno di legge recante alcune aggiunte e modifiche alla legge “Sull’affitto di terreni agricoli e forestali, prati e pascoli di proprietà statale”.

Obiettivo della modifica normativa è l’uso efficace dei terreni agricoli che si trovano sotto la giurisdizione amministrativa del Ministero interessato, attraverso l’inclusione – nel processo di stipula dei contratti di locazione fondiaria – di attività legate alla posa di tecnologie innovative, quali: agro-fotovoltaico, aeroponica, idroponica, acquaponica. “L’impiego di queste nuove tecniche aumenterà gli investimenti e la produzione agricola, sfruttando modo efficiente e razionale i terreni agricoli a bassa fertilità colturale”, è specificato nel disegno di legge.

Ciò sarà appunto realizzato attraverso attività quali: “aeroponica”, tecnica di coltivazione delle piante ottenuta mantenendo le radici sospese nello spazio, alle quali viene applicata periodicamente o in modo continuativo una soluzione nutritiva in polvere; “idroponica”, soluzione acquosa che può comprendere un substrato inorganico (sabbia, ghiaia, perlite) oppure organico (torba, corteccia d’albero, bucce di cocco, paglia): e “agro-fotovoltaico”, combinazione di attività agricole e di produzione in via complementare di energia rinnovabile.

Il progetto di legge specifica che “l’uso di queste nuove tecnologie porterà a un aumento degli investimenti e della produzione agricola, nonché a un nuovo approccio settoriale nel Paese, rilanciando le aree rurali marginali e sviluppando la coltivazione di piante fuori terra, in collegamento con la storica normativa sugli investimenti strategici che comprende le attività programmate e realizzate nel campo dell’agricoltura. Per questo motivo, al fine cioè di essere in armonia con la definizione della disciplina sugli investimenti strategici, è emersa la necessità di varare la modifica così proposta e messa in consultazione pubblica a disposizione di cittadini e portatori di interessi”.

Secondo la legge quadro sugli investimenti strategici, tutte le entità che ottengono tale status fanno riferimento alla normativa settoriale per la conclusione di autorizzazioni e contratti. Nel caso in cui l’investitore avesse ricevuto la dizione di “strategico”, per progetti di sviluppo innovativo dell’attività agricola sussisteva un ostacolo giuridico alla conclusione del contratto da parte del Dicastero competente, poiché contrastava con la legislazione settoriale sulla locazione di terreni di proprietà statale.