Donne, guerra e silenzio: la voce assente nei dibattiti sul terrorismo
In una giornata simbolicamente rilevante, che ha coinciso con la Festa della Polizia, si è svolto presso il CUFA – Circolo Ufficiali Forze Armate d’Italia il convegno nazionale “Terrorismo, Guerra e Religioni”. Un evento di grande rilievo che ha riunito numerose autorità istituzionali, militari e rappresentanti delle forze dell’ordine in una cornice solenne e di grande significato simbolico.
Desidero esprimere un sentito ringraziamento e i miei più sinceri complimenti al ANDREA MARINI SERA Direttore Jus et Pax S.e M.Sera, promotore dell’evento, per l’invito ricevuto e per l’eccellente organizzazione di un incontro tanto importante quanto attuale.
L’evento, moderato da Ettore Guastalla giornalista,ha visto gli interventi di:
• Massimiliano
Mancini, Direttore
Responsabile Ethica
Societas.
• Daniele Garofalo, Ricercatore e Analista del Terrorismo.
• Prof. Antonello De Oto, Professore Ordinario Unibo.
• LUIS MIGUEL
PEREA CASTRILLON
Vescovo Ordinario della Chiesa Anglicana d’Europa.
• NADER AKKAD
Imam della Grande
Moschea di Roma.
Durante la sessione aperta alle domande, ho scelto di portare l’attenzione su un tema rimasto fino a quel momento in secondo piano: il ruolo delle donne nei contesti di guerra, terrorismo e religione.
La mia riflessione nasce dall’incontro diretto con donne sopravvissute a guerre, persecuzioni e terrorismo. Alcune hanno affrontato viaggi estenuanti per mettersi in salvo: attraversando il mare, superando confini e affrontando violenze indicibili. Ma non sempre ciò che portano dentro riesce ad emergere con le parole. Spesso, sono il corpo, lo sguardo e i silenzi a raccontare ciò che è stato vissuto.
Luis Miguel Perea Castrillon,ha offerto una risposta intensa e concreta, evidenziando come molte donne abbiano trasformato la sofferenza in forza, diventando leader, attiviste e agenti del cambiamento in contesti spesso ancora dominati da poteri patriarcali.
Imam Nader Akkad, ha voluto sottolineare, con grande rispetto, che la donna nella religione islamica occupa un ruolo fondamentale e degno di profonda considerazione, ribadendo l’importanza della sua figura nel tessuto sociale e spirituale.
Questi contributi, pur preziosi, ci ricordano che non basta celebrare la forza delle donne. Occorre costruire con decisione un sistema che dia loro un ruolo strutturale come mediatrici di pace, promotrici di dialogo e agenti di trasformazione sociale, soprattutto nei contesti segnati da guerra, terrorismo e tensioni religiose. Perché questo sia possibile, è necessario un lavoro condiviso, a livello nazionale e internazionale, che coinvolga istituzioni, professionisti e comunità religiose. Solo così potremo garantire alle donne non solo uno spazio, ma un potere reale nei processi di cambiamento
Dr. Klarida Rrapaj – Psychologist – Criminologist – Victimologist




