ONU, ALBANIA ALLA GUIDA DELLE NAZIONI UNITE. RAMA E BEGAJ A NEW YORK

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Settimana di grandi aspettative quella in corso, con la Repubblica delle Aquile che ha riassunto la presidenza del Consiglio di sicurezza dell’ONU in forza del proprio status di Paese membro non permanente. Assieme al Primo Ministro e al Presidente della Repubblica, degno di nota il ruolo del nuovo ministro degli affari esteri Igli Hasani, al debutto a capo della Farnesina albanese

Da lunedì, l’Albania vede accesi su di sé i riflettori del mondo, in qualità di Paese presidente pro tempore del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, organismo plenario del palazzo di vetro delle Nazioni Unite con quartier generale a New York dove sono riuniti i capi di Stato e di governo e le rappresentanze diplomatiche di tutti i Paesi del globo.

All’ordine del giorno, la questione del conflitto in Ucraina, unitamente ai temi della transizione climatica, del riequilibrio sociale e dello sviluppo sostenibile.

Il Presidente della Repubblica Bajram Begaj, giunto nella sede ONU a inizio settimana a capo della delegazione con il nuovo titolare del dicastero degli esteri Igli Hasani, ha preso parte al forum dedicato al capitolo dello sviluppo inclusivo, evidenziando il ruolo dell’Albania come Paese motore di uno sviluppo accelerato in grado di convogliare energie, risorse e aspettative al servizio di una regione più vasta e della sicurezza e stabilità dell’intera penisola balcanica, funzione riconosciuta in maniera ormai consolidata dalla comunità internazionale.

Il capo dello Stato, nel corso della propria missione a New York, ha avuto occasioni di proficue interlocuzioni apicali con la propria omologa kosovara Vjosa Osmani – riaffermando il pieno sostegno dell’Albania alla causa del riconoscimento globale della sovranità e integrità territoriale del Kosovo – e con i colleghi delle altre Repubbliche balcaniche, compreso il leader serbo Aleksandr Vucic e quello macedone Stevo Pendarovski, oltre che con il vicepresidente della Commissione UE e alto rappresentante della politica estera dell’Unione, Joseph Borrell.

L’onorevole Begaj ha sottolineato la volontà dell’Albania di proseguire nella propria intensa attività diplomatica di composizione virtuosa degli interessi in gioco, affinché si realizzi un cammino di integrazione europea in grado di abbracciare la totalità delle capitali balcaniche oltre a Tirana e a Skopje.

È stata dunque la volta del Primo Ministro Edi Rama, il quale in un proprio video messaggio della vigilia ha posto l’accento sull’importanza della presidenza albanese delle Nazioni Unite e sul contributo appassionato e costante che il “piccolo grande Paese delle Aquile” apporterà alla creazione di una grande alleanza umanitaria mondiale, in grado di riunire sotto una medesima regia unitaria le istituzioni dei Paesi emergenti e i club dei donatori privati, e in tal senso Google avrebbe già espresso la propria adesione. Si tratterebbe di un grande patto mondiale e transnazionale che già ora esprime un complesso di donazioni economiche pari a 11 miliardi di dollari, ma che potrebbe presto salire a 55 miliardi, vale a dire il totale del fabbisogno delle istanze umanitarie della Terra.

Edi Rama, intervenendo all’iniziativa della fondazione Clinton, ha ricordato l’esempio virtuoso dell’accoglienza che l’Albania ha dedicato ad alcuni gruppi di cittadini Afghani, in particolare donne e bambini, in fuga dal regime talebano, così come il modello di coesione e di trasparenza amministrativa rappresentato dalla conferenza dei donatori che consentì un rapido programma di ricostruzioni a seguito del tragico terremoto del 2019, in occasione del quale molto significativo e prioritario fu l’apporto della Diaspora delle comunità Albanesi nel mondo.

“Siamo un piccolo Stato ma una grande Nazione – ha ricordato Rama – e del resto, se a New York si vuol mangiare bene, si finisce con l’andare in un ristorante gestito da cittadini albanesi, sinonimo della più ampia cultura dell’accoglienza di cui siamo capaci in ogni ambito”.

Dir politico Alessandro ZORGNIOTTI