Pacchetti turistici: il Parlamento europeo approva la revisione della direttiva

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L’11 settembre, il Parlamento europeo ha approvato la revisione della  Direttiva (EU) 2015/2302 sui pacchetti turistici presentata dalla Commissione europea. L’obiettivo è rafforzare le tutele per i consumatori, garantendo maggiore protezione in caso di interruzioni dei viaggi o di insolvenza degli operatori turistici.

Il 29 novembre 2023 la Commissione europea ha presentato una proposta di revisione della direttiva sui pacchetti turistici e i servizi turistici collegati, con l’obiettivo di rafforzare la tutela dei viaggiatori e di semplificare alcuni aspetti della normativa attuale. Già nella comunicazione del 2020 sulla nuova agenda dei consumatori, la Commissione aveva segnalato la necessità di intervenire, a seguito delle difficoltà generate dalle cancellazioni di massa durante la pandemia di COVID-19.

Anche il Parlamento europeo ha sostenuto l’urgenza di aggiornare le regole, tenendo conto non solo delle criticità emerse durante la pandemia, ma anche del fallimento di grandi operatori turistici, come il gruppo Thomas Cook nel 2019.

Gravato da un forte indebitamento e da un modello di business ormai superato rispetto alle nuove abitudini di prenotazione online, il tour operator cessò improvvisamente le attività, lasciando centinaia di migliaia di viaggiatori bloccati o senza vacanza. L’episodio evidenziò le carenze dei sistemi di protezione allora esistenti e confermò la necessità di rafforzare le garanzie per i consumatori.

La proposta di riforma mira quindi a rafforzare i diritti dei consumatori che scelgono un pacchetto turistico: più chiarezza sulle informazioni da fornire, regole trasparenti in materia di cancellazioni, rimborsi e assistenza per il rimpatrio in caso di insolvenza dell’organizzatore, oltre a una definizione aggiornata di pacchetto turistico e norme armonizzate sull’uso dei voucher.

Cosa cambia per i viaggiatori

Un punto centrale della riforma riguarda i voucher, ampiamente utilizzati durante la pandemia. Con la riforma diritti dei viaggiatori vengono rafforzati, garantendo la possibilità di rifiutare un voucher e ottenere invece il rimborso entro 14 giorni. Se il voucher viene accettato ma non utilizzato interamente, il valore residuo dovrà essere rimborsato alla scadenza.

La validità sarà di massimo 12 mesi, con possibilità di proroga o trasferimento una sola volta.

I voucher dovranno essere garantiti anche in caso di insolvenza dell’organizzatore e avere un valore almeno pari all’importo spettante come rimborso. I titolari avranno priorità nella scelta dei servizi di viaggio e potranno utilizzarli per qualsiasi offerta del tour operator, anche suddividendo il credito in più soluzioni. Ad esempio, un voucher per un soggiorno in hotel potrà essere utilizzato per più pernottamenti o per servizi aggiuntivi offerti dallo stesso operatore.

Le nuove regole chiariscono anche i diritti di cancellazione del viaggio. In presenza di circostanze inevitabili o straordinarie che compromettano lo svolgimento del viaggio, i viaggiatori potranno cancellare senza penali e ottenere il rimborso integrale. La validità della cancellazione sarà valutata caso per caso, ma ogni avviso ufficiale di viaggio emesso entro 28 giorni dalla partenza sarà considerato un elemento rilevante.

Infine, in materia di acconti, il Parlamento europeo ha deciso di non confermare la proposta della Commissione che prevedeva un limite uniforme del 25% alla prenotazione e il saldo entro 28 giorni dalla partenza. La gestione degli acconti sarà di competenza dei singoli Stati membri, lasciando loro maggiore flessibilità.

Cosa cambia per gli organizzatori e le agenzie

Gli organizzatori e le agenzie dovranno garantire il rimborso dei clienti entro due settimane dalla cancellazione del viaggio, assicurando maggiore certezza e rapidità nelle operazioni di restituzione. Inoltre, le agenzie e i tour operator avranno un periodo di 24 mesi dalla pubblicazione della direttiva finale per adeguarsi completamente alle nuove disposizioni, così da implementare tutte le modifiche richieste in maniera strutturata e conforme alla normativa.

La prossima tappa del processo legislativo sarà rappresentata dai negoziati a tre – i cosiddetti triloghi – tra Parlamento europeo, Consiglio dell’UE e Commissione europea, nel corso dei quali si cercherà di raggiungere un compromesso sul testo definitivo della direttiva.