di Cav. Giuseppe Prete – Ambasciatore per la Pace, Cancelliere della World Organization of Ambassadors
Secondo i dati più recenti diffusi da Save the Children Italia e dal Center for Strategic and International Studies di Washington, il conflitto in Ucraina ha causato la morte di oltre 30.500 circa di civili tra cui bambini. Ogni giorno, in media, muoiono 42 civili. A maggio è stato registrato uno dei picchi più alti di vittime.
Ma non è tutto. Si contano quasi 1,4 milioni di soldati morti o feriti, di cui un milione russi (con circa 250.000 morti) e 400.000 ucraini, con tra i 60.000 e i 100.000 morti.
Una guerra che dura da oltre tre anni. Un’intera generazione segnata dal dolore, dal trauma e dalla perdita. 3.798 scuole danneggiate, 356 completamente distrutte. Milioni di bambini sfollati, privati del diritto all’infanzia e alla speranza.
Eppure, oggi, l’Ucraina è quasi scomparsa dal radar mediatico. È diventata una guerra silenziosa, invisibile, relegata a un rumore di fondo che pochi vogliono più ascoltare.
Nel frattempo, giustamente, il mondo si è mobilitato per la crisi in Medio Oriente, per le vittime civili a Gaza, per le violenze e i soprusi che colpiscono tanti innocenti. Tuttavia, la giustizia non può essere selettiva. La pace non può avere doppi standard.
Mi rivolgo a chi, anche in buona fede, ha trasformato la tragedia in Palestina in una bandiera politica, fino al punto di demonizzare un intero popolo, come quello israeliano, mettendo al bando persino chi con quella guerra non ha nulla a che vedere. Abbiamo assistito a manifestazioni in cui si contano – giorno dopo giorno – le vittime civili palestinesi (che ci sono, numerose, e gridano giustizia), ma in cui l’Ucraina sembra non esistere più.
E allora la domanda è lecita: dove si è fermata l’indignazione? Dove la coerenza morale?
Io sono un uomo di pace. La difendo su tutti i fronti. E per questo non posso accettare che i bambini ucraini valgano meno di quelli palestinesi, né che i bombardamenti su Kiev facciano meno rumore di quelli su Gaza.
Putin non è diverso da Netanyahu, se parliamo della sofferenza inflitta alle popolazioni civili. E chi tace su uno dei due conflitti, mentre grida sull’altro, non difende la pace: fa propaganda.
Serve una nuova coscienza umanitaria, capace di guardare oltre i confini, oltre le ideologie, oltre le strumentalizzazioni.
Perché la vita di ogni essere umano ha lo stesso valore, ovunque nasca, ovunque viva, comunque preghi.
La pace o è per tutti, o non è.
Cav. Giuseppe Prete


