Papa Francesco indice giornata universale di preghiera per il Libano

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Papa Francesco, a un mese dall’esplosione di Beirut, ha dichiarato all’udienza generale: “Desidero invitare tutti a vivere una Giornata universale di preghiera e digiuno per il Libano, venerdì prossimo, il 4 settembre. Io ho l’intenzione di inviare un mio rappresentante quel giorno in Libano per accompagnare la popolazione – ha proseguito -. In quel giorno andrà il segretario di Stato, a nome mio, e lui andrà per esprimere la mia vicinanza e solidarietà. Offriamo la nostra preghiera per tutto il Libano e per Beirut – ha aggiunto -. Siamo vicini anche con l’impegno concreto della carità, come in altre occasioni simili. Invito anche i fratelli e sorelle di altre confessioni e tradizioni religiose ad associarsi a questa iniziativa nelle modalità che riterranno più opportune. Ma tutti insieme. A un mese dalla tragedia che ha colpito la città di Beirut, il mio pensiero va ancora al caro Libano e alla sua popolazione particolarmente provata – e questo sacerdote che è qui ha portato la bandiera del Libano a questa udienza”, ha detto il Papa al termine dell’udienza generale, prendendo anche lui la bandiera libanese.

“Come San Giovanni Paolo II disse trent’anni fa in un momento cruciale della storia del Paese – ha proseguito – anche io quest’oggi ripeto: di fronte ai ripetuti drammi che ciascuno degli abitanti di questa terra conosce, noi prendiamo conoscenza dell’estremo pericolo che minaccia l’esistenza stessa del Paese. Il Libano non può essere abbandonato nella sua solitudine – ha avvertito Francesco -. Per oltre cent’anni il Libano è stato un Paese di speranza. Anche durante i periodi più bui della sua storia, i libanesi hanno conservato la loro fede in Dio e dimostrato la capacità di fare della loro terra un posto di tolleranza, di rispetto, di convivenza, unico nella regione. È profondamente vera l’affermazione che il Libano rappresenta qualcosa di più di uno Stato – ha continuato -: il Libano è un messaggio di libertà, è un esempio di pluralismo, tanto per l’Oriente quanto per l’Occidente. Per il bene stesso del Paese, ma anche del mondo, non possiamo permettere che questo patrimonio vada disperso. Incoraggio tutti i libanesi – ha detto ancora Bergoglio – a continuare a sperare e a ritrovare le forze e le energie necessarie per ripartire. Domando ai politici, ai leader religiosi, di impegnarsi con sincerità e trasparenza nell’opera di ricostruzione, lasciando cadere gli interessi di parte e guardando al bene comune e al futuro della nazione. Rinnovo altresì l’invito alla comunità internazionale – è stato il suo appello – a sostenere il Paese per aiutarlo a uscire dalla grave crisi senza esser coinvolto nelle tensioni regionali. In modo particolare – ha seguitato il Pontefice -, mi rivolgo agli abitanti di Beirut duramente provati dall’esplosione: riprendete coraggio, fratelli, la fede e la preghiera siano la vostra forza. Non abbandonate le vostre case e la vostra eredità. Non fate cadere il sogno di quelli che hanno creduto nell’avvenire di un Paese bello e prospero. Cari pastori, vescovi, sacerdoti, consacrati, consacrate, laici, continuate ad accompagnare i vostri fedeli – ha detto -. E a voi vescovi e sacerdoti vi chiedo zelo apostolico, vi chiedo povertà, niente lusso, povertà, con il vostro povero popolo che sta soffrendo, date voi l’esempio di povertà e di umiltà. Aiutate i vostri fedeli e il vostro popolo a rialzarsi ed essere protagonisti di una nuova rinascita. Siate tutti operatori di concordia e rinnovamento nel nome dell’interesse comune, di una vera cultura dell’incontro, del vivere insieme nella pace, di fratellanza, quella parola tanto cara a San Francesco, fratellanza. Che questa concordia – ha sottolineato – sia un rinnovamento nell’interesse comune, Su questo fondamento si potrà assicurare la continuità della presenza cristiana e il vostro inestimabile contributo al Paese, al mondo arabo e a tutta la regione, in uno spirito di fratellanza a tutte le tradizioni religiose che ci sono nel Libano”.
“E adesso vi chiedo di affidare a Maria, nostra Signora di Harissa, le nostre angosce e speranze – ha aggiunto il Pontefice -. Sia lei a sostenere quanti piangono i loro cari e a infondere coraggio a tutti quelli che hanno perso le loro case e con esse parte della loro vita. E interceda preso il Signore Gesù perché la ‘terra dei cedri’ rifiorisca ed effonda il profumo del vivere insieme in tutta la regione del Medio Oriente”. “E adesso invito tutti, nel possibile, a mettersi in piedi in silenzio e a pregare in silenzio per il Libano”, ha concluso.