Desidero salutare con soddisfazione la partenza dai porti dell’Ucraina delle prime navi cariche di cereali”. Così il Santo Padre all’Angelus di oggi.
Ma nel Vangelo dell’Angelus il pontefice ha parlato a lungo del sentimento della “paura” e del concetto di “vigilanza” di Dio. Quelle di Gesù – “Non temere, piccolo gregge” e “siate pronti” – secondo il pontefice sono “due parole-chiave per sconfiggere le paure che a volte ci paralizzano e per superare la tentazione di una vita passiva, addormentata”.
Ci rincuora questo invito di Gesù a non temere. A volte, infatti, ci sentiamo imprigionati in un sentimento di sfiducia e di angoscia: è la paura di non farcela, di non essere riconosciuti e amati, la paura di non riuscire a realizzare i nostri progetti, di non essere mai felici, e così via.
E allora ci affanniamo per cercare soluzioni, per trovare qualche spazio in cui emergere, per accumulare beni e ricchezze, per ottenere sicurezze; e come finiamo? finiamo per vivere nell’ansia, finiamo per vivere nella preoccupazione costante”.



