Risponde al telefono con un accenno di fiatone: “Scusi, sto andando a prendere un aereo per Madrid, dove parteciperò al corteo organizzato dal partito Sumar contro il genocidio a Gaza”. Ieri sera, il capo delegazione dei Cinque Stelle in Europa, Pasquale Tridico, è anche salito sullo stesso palco da cui hanno parlato tra gli altri la vicepremier spagnola Yolanda Díaz, la relatrice dell’Onu sui territori palestinesi occupati Francesca Albanese e l’eurodeputata franco-palestinese Rima Hassan, espulsa dalle autorità israeliane pochi giorni fa dopo essere stata arrestata assieme al resto dell’equipaggio della nave Freedom Flotilla.
Ma oggi pomeriggio Tridico sarà con Giuseppe Conte a L’Aja, da dove il M5S vuole lanciare un coordinamento dei partiti progressisti europei contro il riarmo.
Voi 5Stelle non fate altro che partecipare a manifestazioni sulla pace e contro il riarmo. Volete scavalcare a sinistra il Pd e i Socialisti europei?
Il nostro obiettivo, sia in Italia che in Europa, è metterci alla testa di un movimento pacifista. Ma non c’è nulla di strumentale: per noi è la prosecuzione naturale e coerente di un percorso che portiamo avanti da tempo, in linea con la nostra natura di partito progressista.
L’evento a L’Aja serve anche a snidare dem e in generale i Socialisti, no?
Il nostro scopo è costruire una piattaforma politica europea che contrasti questa deriva del riarmo e che formi una forte opposizione alla commissione von der Leyen. In quest’ottica, è molto importante il risultato politico raggiunto dal premier socialista Pedro Sánchez, che ha preteso dalla Nato di non spendere oltre il 2 per cento del Pil in armi (ma ieri il segretario dell’Alleanza atlantica Rutte e Sánchez hanno discusso a distanza sul presunto accordo, smentendosi a vicenda, ndr).
Gli altri partiti socialisti dovrebbero imitarlo?
Auspico che ciò avvenga. Soprattutto, mi chiedo: quand’è che cominciamo a costruire davvero un’alternativa di governo? Von der Leyen è sostenuta da una maggioranza che va dai Socialisti – e quindi anche dal Pd – fino a Ecr, di cui fa parte Fratelli d’Italia. Siamo stanchi di queste alleanze innaturali. Noi e i dem abbiamo spesso votato in modo differente sul riarmo in Europa. Ma il punto è che un campo progressista può costruirsi solo sui valori fondanti della pace, dell’ambiente e del lavoro. Se spendessimo il 5 per cento del Pil su questi temi, non avremmo il declino industriale dell’Europa.
Una Ue afona innanzitutto verso gli Stati Uniti, no?
Con Washington condividiamo determinati valori, tuttavia l’Unione europea deve avere la schiena dritta e saper dire no quando alcuni di questi valori, come la pace, la libertà e la giustizia sociale, vengono rinnegati.
Chi ci sarà all’evento a L’Aja?
A guidare questo primo lavoro di costruzione saranno Giuseppe Conte, Yolanda Díaz e l’eurodeputata greca Zoe Konstantopoulou, ma con noi ci saranno almeno una quindicina tra leader e segretari di partito progressisti. Hanno aderito membri del nostro gruppo in Ue, The Left, assieme a eletti dei Verdi, di Renew e non iscritti. Ma hanno anche aderito l’ex leader dei laburisti britannici, Jeremy Corbyn, gli economisti Jeffrey Sachs, James Kenneth Galbraith e Giovanni Dosi, e intellettuali come Barbara Spinelli.
Insisto: è un’iniziativa per provare a egemonizzare il centrosinistra italiano?
No, l’idea di questo coordinamento nasce anche perché i Socialisti non ci hanno aiutato a formare un integruppo parlamentare per la pace. E ora questa piattaforma deve crescere.
Non è un errore aver previsto nella vostra risoluzione alla Camera il ricorso al gas russo? Il Pd ovviamente è andato in difficoltà.
Con questa proposta difendiamo consumatori e imprese e la possibilità di riaprire il dialogo tramite il commercio, come è sempre stato in passato.


