Patuanelli: “Non vogliamo sommatorie di partiti. Si vince con persone e progetti giusti”

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Sostiene Stefano Patuanelli, capogruppo dei Cinque Stelle in Senato, che il risultato delle Amministrative “è un piccolo ma evidente segnale politico al governo Meloni”. Soprattutto, ritiene che per il Movimento sia la conferma di una rotta: “Con la Costituente abbiamo scelto di stare stabilmente nel campo progressista, anche se con i nostri spazi di indipendenza. E queste votazioni attestano che la strada giusta è quella”.

Il centrosinistra ha vinto a Genova e Ravenna e Matteo Renzi ha rivendicato di essere indispensabile, e che per farcela bisogna rinunciare ai veti. Dovrete ingoiare l’alleanza strutturale con Italia Viva?

Queste elezioni hanno dimostrato che il campo progressista vince quando presenta proposte di qualità per i territori, con interpreti credibili, come è successo a Genova con Silvia Salis. La chiave non è certo fare una sommatoria algebrica dei partiti, a prescindere. Ricordo che in Sardegna Alessandra Todde ha vinto con un’altra formula di coalizione, perché anche in quel caso c’erano un progetto costruito nel tempo e la persona giusta per portarlo avanti.

Serve un modello di alleanze variabili?

No, ogni livello elettivo, dalle Politiche alle Regionali, richiede formule differenti. Quel che conta e che contava per il M5S è la presenza di un progetto di cambiamento. Quando ci sono forze disposte a sostenerlo, il Movimento è disponibile a lavorare.

Magari oltre ai programmi in queste Amministrative avrà aiutato il fatto che Iv e Azione si siano “nascoste” dentro liste civiche. A queste condizioni per voi possono stare a bordo, giusto?

Glielo ripeto, per noi il punto non è andare al governo di una città o del Paese, ma per quale motivo andarci, cioè per cosa realizzare. Il nostro obiettivo non è mai stato governare tanto per farlo.